Boscotrecase. “Cartone in testa”, “bonifiche” e “sabotaggi”. I “fannulloni” temono le “spie”
L’ex responsabile della Municipale ai carabinieri: “Al Comune c’è qualcuno che zoppica”
12-07-2016 | di Salvatore Piro
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RETROSCENA/2. I “controllati” temono le “spie”. Fiutano il pericolo. Nelle immagini registrate dalla telecamera interna del Comune di Boscotrecase (da ieri sotto choc per la maxi-inchiesta con al centro 30 fannulloni pubblici, vedi link correlati) si notano i loro primi “escamotage”. Bizzarro il tentativo del “furbetto”, che per non farsi beccare striscia il cartellino con un cartone bianco in testa. Un secondo impiegato, alle prese con almeno 3 “badge” (uno personale, due per i colleghi forse al bar), copre la videocamera con un panno. Un terzo, invece, rischia di devastarla prendendola a pugni.
Persino inquietante il tentativo di “inquinamento probatorio” messo in atto da Damiano Policarpo, ex responsabile della polizia municipale, e indagato per 13 presunti episodi di assenteismo (oltre che per omessa denuncia). Da ieri, il vigile compare nella lunga lista dei dipendenti sospesi per un anno. Come ricostruito dall’inchiesta Policarpo, venuto a “conoscenza dell’indagine da colleghi insospettiti dalla presenza di militari in abiti civili”, si presentò ai carabinieri di Trecase dicendo: c’è “qualcuno che zoppica” all’interno del Comune. La frase dell’ex comandante – secondo gli inquirenti – riferita inoltre in caserma “millantando un non meglio specificato rapporto di amicizia”, venne ripresa e registrata col cellulare dalle forze dell’ordine presenti alla scena.
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Policarpo – si legge nelle 106 pagine dell’ordinanza firmata dal gip – avrebbe inoltre utilizzato il telefono del proprio ufficio, chiamando più volte i carabinieri “per avere la certezza della presenza di eventuali telecamere installate all’interno e all’esterno del Comune”. Altri due episodi spingeranno i militari ad accelerare l’esecuzione del blitz contro i presunti “furbetti del cartellino”. Il 21 marzo scorso l’impiegato Alfonso Nastri (anch’egli sotto inchiesta) avrebbe ordinato a un operaio di spostare l’occhio della telecamera dal rilevatore del “marcatempo”. L’ordine, andato a buon fine, impedì quel giorno il monitoraggio dei “badge”. Soltanto 24 ore prima e di domenica in pieno giorno, una persona mai identificata effettuò una vera e propria “bonifica” all’interno dei locali del Comune. L’ispezione svelò quasi il “segreto di Pulcinella”. I dipendenti venivano spiati da una camera interna.
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