Boscotrecase. Ivan Visciano, 33enne di Boscoreale, ritenuto affiliato al clan di camorra Gallo-Limelli-Vangone, avrebbe dovuto scontare in cella a Terni ancora 3 anni. L’uomo (difeso dall’avvocato Antonio Usiello) oggi è stato invece scarcerato: “liberazione anticipata speciale” il motivo, nonostante una condanna a 5 anni e 4 mesi per associazione di stampo mafioso.

Pena inflittagli in secondo grado dalla quinta sezione della Corte d’Appello di Napoli, che il 2 maggio 2013 graziò con una pioggia di sconti, nel maxi processo “Pandora-Matrix”, il clan del Vesuviano allora retto dal boss 38enne “finto pazzo” Giuseppe Gallo, ora al carcere duro. Boss che per la dda di Napoli evitava il 41-bis, incassando una falsa pensione d’invalidità INPS da circa 700 euro al mese.

Visciano era detenuto dal 2007 pure per droga: anche per questo subì una condanna a 5 anni e 4 mesi, scontata  un po’ in giro per l’Italia, nelle carceri di Orvieto e di Civitavecchia. Poi l’approdo in Umbria. Il 33enne di Boscoreale è tornato a casa, nonostante una condanna in appello per associazione a delinquere di tipo mafioso, grazie al tecnicismo giuridico studiato dalla sua difesa: “inversione della ostatività” ai fini della concessione di benefici speciali. Tutto ok per i giudici, “l’affiliato può andare”.

“PANDORA-MATRIX” FU SCACCO AL CLAN. La scarcerazione di Ivan Visciano ha fatto rumore, perché legata a doppio filo alla maxi-inchiesta “Pandora-Matrix”. L’indagine condotta dai carabinieri del Ros e dalla Finanza, conclusasi nel 2010 con 2mila pagine di un’ordinanza fittissima, che seppelliva in un sol colpo il clan egemone a Boscotrecase: 81 arresti, 6 ricercati, 65 aziende, 210 immobili, 120 veicoli e 550 conti bancari sotto sequestro. L’immenso patrimonio dei Gallo-Limelli-Vangone finì in inverno sotto chiave. A processo il ras 38enne Giuseppe Gallo, detto anche “a’ scignetella”, ha incassato una condanna in secondo grado a 20 anni di galera.

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