BOSCOTRECASE. Spaccio di droga nel suo centro scommesse: preso Mario Minichini, 42 anni, pregiudicato ritenuto vicino al clan Gallo-Limelli-Vangone e secondo gli inquirenti già finito nel mirino del "terzo sistema", il neonato clan della camorra di Torre Annunziata con a capo il  giovanissimo giontiano Domenico Ciro Perna.

Minichini, da tempo trasferitosi nel salernitano, è stato ammanettato ieri dai militari di Capaccio. Il 42enne lì gestisce un punto "Intralot", in via Magna Grecia. Ad incastrarlo un "vivavai" di persone, quantomeno sospetto nel periodo estivo e a campionati fermi, all'interno del suo centro autorizzato per scommesse.     

I sospetti hanno portato i carabinieri a scoprire che - accanto all'attività “regolare” - Minichini aveva messo su una vera e propria piazza di spaccio all'interno del locale. Il blitz ha permesso di ritrovare un bilancino di precisione e 9 grammi di cocaina (nella foto). La droga era suddivisa in 32 dosi, pronta per la vendita.

Nell'aprile del 2015, Mario Minichini era già finito in manette nell'ambito di una maxi operazione antidroga all'ombra del Vesuvio: accusato assieme ad altre 13 persone di far parte di un'organizzazione capace di importare e rivendere cocaina per conto del boss Giuseppe Gallo, alias “Peppe 'o pazzo”, il narcos al vertice dei Limelli-Vangone di Boscotrecase.

Ma intanto Minichini si era traferito a Capaccio dove aveva aperto il proprio centro "Intralot". Il ricco giro d'affari, derivante soprattutto dalle scommesse calcistiche, fu preso di mira dal  “terzo sistema”, la giovane cosca oplontina messa in piedi da Domenico Ciro Perna, il 26enne fuoriuscito dal clan Gionta, e da Gaetano Maresca, il figlio del defunto Giuseppe 'o saccaro, ucciso nell'ultimo agguato di camorra di via Roma a Torre Annunziata nel maggio del 2014. 

Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata, coordinate dalla Dda di Napoli, grazie al giovane affiliato Luigi Gallo, Perna innescò una bomba all'esterno del centro Intralot di Capaccio per spingere Mario Minichini a pagare il pizzo in favore del clan. L'ordigno non sortì il risultato sperato.


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