Bufera su Palazzo Criscuolo, tre indagati per la concessione del Lido Azzurro
Avvisi di garanzia per Enzo Sica, Anna Pesacane e Alfredo Vitagliano. Abuso e omissione d'atto d'ufficio le accuse dei pm
03-09-2015 | di Redazione
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Bufera giudiziaria su Palazzo Criscuolo. Arriva ad un punto di svolta l’inchiesta della Procura di Torre Annunziata sulla vicenda relativa alla concessione dello stabilimento balneare Lido Azzurro. Sono stati infatti notificati gli avvisi di garanzia nei confronti di Vincenzo Sica, per il periodo in cui era City Manager e di Anna Pesacane, attuale dirigente del Comune. Coinvolto anche l’imprenditore Alfredo Vitagliano, titolare della società che da anni ha la concessione dell’attività. Abuso e omissione d'atti di ufficio sarebbero i reati contestati a vario titolo dai magistrati titolari dell'inchiesta.
La storia del lido torrese si è intrecciata, negli ultimi anni, anche con le indagini della Commissione d’accesso che, nel 2013, fu inviata dalla Prefettura (anche dopo mesi di denunce del Partito Democratico cittadino, ndr) proprio per passare al setaccio i diversi atti dell’amministrazione Starita.
Successivamente alla relazione dei commissari, dopo che il Ministero dell’Interno decise di non sciogliere per infiltrazione camorristica il Comune, l’allora Prefetto di Napoli Musolino inviò una serie di rigide prescrizioni cui il sindaco Starita e l’intera Amministrazione avrebbero dovuto attenersi entro sei mesi. Tra queste, anche il “procedimento di un eventuale annullamento d’ufficio o la revoca della concessione” dello storico Lido Azzurro che, “alla luce delle risultanze dell’attività di accesso” presentava “la sussistenza dei presupposti per procedere alla revoca della concessione demaniale”.
Secondo i magistrati quindi l’ex Direttore Generale del Comune oplontino avrebbe abusato del suo ruolo per favorire la società “Villa Savoia srl” nell’ottenimento della concessione, mentre Anna Pesacane è accusata di omissione d’atto d’ufficio. I pm contestano alla Dirigente di non aver dato seguito al decreto di revoca della concessione che stava formalizzando un altro dirigente (il dott. Nunzio Ariano, ndr) prima di essere trasferito ad altra funzione. Ora toccherà ai tre destinatari dell’avviso di chiusura indagini (che sono formalmente innocenti) nominare gli avvocati e, secondo quanto stabilisce l’art. 415 bis del c.p.p., prendere visione degli atti, redigere memorie difensive oppure di essere sottoposti ad interrogatorio.
A due anni dalla chiusura delle indagini della Commissione, quando ormai la "querelle" sembrava in pratica chiusa, un’altra tegola si abbatte dunque sul sindaco Giosuè Starita. Proprio il primo cittadino, in uno degli ultimi consigli comunali, ribadì senza esitazione, rispondendo alle accuse dell’opposizione, che le prescrizioni di Musolino erano state tutte assolte.
Catello Germano
Raffaele Perrotta
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