Bufera waterfront, interdittiva antimafia alla Lande s.p.a.
Il prefetto di Napoli, Pantalone, ha inviato al sindaco di Portici una relazione sulla società che sta eseguendo i lavori sul lungomare
07-06-2016 | di Raffaele Perrotta
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Nei confronti della Lande S.p.a. sussiste il pericolo di infiltrazione mafiosa da parte della criminalità organizzata. È arrivata in mattinata la risposta del Prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, sull’istanza dell’amministrazione di Portici per la ditta che sta eseguendo i lavori di rifacimento del waterfront cittadino. Un mese fa, ad inizio maggio, la stazione appaltante aveva fatto richiesta dell’informativa ostativa antimafia, anche se, ai sensi del decreto legislativo 159 del 2011 (articoli 83 comma 1 e 93 comma 1), avrebbe dovuto averla già prima di assegnare l’appalto.
POLITICA, MAFIA E IMPRENDITORI. Nove pagine dove il rappresentante del governo centrale nel capoluogo campano ricostruisce la fitta rete di intrecci che, attraverso la Lande, dalla città della Reggia portano al clan dei casalesi, passando per i lavori di ristrutturazione di Palazzo Teti Maffuccini, a Santa Maria Capua Vetere, e toccando la malavita calabrese. Nove come le persone coinvolte a vario titolo nel recupero dello storico palazzo sammaritano dove, nel 1860, Garibaldi firmò la resa del Regno delle due Sicilie, mettendo fine alla dinastia dei Borbone. Tra questi c’è Marco Cascella, già amministratore della Lande S.r.l., imputato per corruzione ed altri reati, che, con gli altri otto, imputati a vario titolo di associazione a delinquere di stampo camorristico, hanno agevolato il clan dei casalesi. Nello specifico, la fazione che fa capo a Michele Zagaria.
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Inoltre, la Lande s.p.a. ha una partecipazione del 60 per cento del capitale nella Oppido s.c.a.r.l., la cui restante parte, del 40 per cento, è detenuta dalla Sud Edil di Francesco Timpano, accusato dalla Prefettura di Reggio Calabria di frequentazioni con la malavita reggina.
Tutti questi motivi hanno spinto il Prefetto Pantalone all’interdittiva antimafia per la società che si occupa anche del recupero del lungomare di Portici, già mesi fa coinvolta nello scandalo dei lavori pagati e non ancora realizzati.
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