“Un mero esercizio esibizionistico, lanciato in questa fase per scopi pubblicitari”. E’ categorico il giudizio di Vincenzo Sica e Angelo Pica, del Comitato Grande Progetto Pompei, all’indomani della presentazione del progetto dell’architetto spagnolo Josep Acebillo, che punta a trasformare la fascia di costa partendo dall’eliminazione della tratta ferroviaria Napoli – Portici – Pompei, spostandola sui binari della Circumvesuviana. Il progetto, finanziato dall’associazione “Naplest et Pompei” guidata dall’imprenditrice Maria Luisa Faraone Mennella, secondo quelli che sono gli obiettivi dell’architetto, punta a recuperare il rapporto tra le città e il mare, spezzato appunto dalla presenza della linea ferroviaria di RFI. “Prima di partorire e progettare idee di trasformazione della fascia di costa, crediamo vadano ascoltati maggiormente i territori, chi li vive investendo risorse ed energie per la sua rinascita – afferma Vincenzo Sica – Il progetto presentato dall’architetto spagnolo è estremamente suggestivo, ma che riteniamo essere un’opera faraonica mal concepita”.

Il Comitato, nato nel 2013 in seno all’Unione Industriali di Napoli, riunisce i maggiori operatori del settore turistico dell’area vesuviana.

“Spostare la tratta ferroviaria sui binari della Circumvesuviana, con tutti i problemi che già ha quel servizio ogni giorno, è qualcosa di spaventoso. L’installazione del binario aggiuntivo per consentire lo scartamento promiscuo, insieme a tutte le opere necessarie per consentire questo “trasloco”, comporterà un blocco, o comunque una fortissima riduzione di un servizio che già oggi ha tantissimi problemi. Come si fa poi ad immaginare che i treni dell’Alta Velocità, che dovrebbero collegare Roma a Pompei in un’ora e mezza circa, possano viaggiare sui binari della Circum, sfruttando quelle infrastrutture, tra palazzi e case a poca distanza? Per quale motivo – continua Sica – dobbiamo rendere le cose sempre difficili per poi non realizzarle? E’ facile farsi suggestionare dai rendering dei progetti, ma poi bisogna anche soffermarsi sulla fattibilità di certe idee. Alla luce di ciò siamo convinti che l’attivismo di Naplest, il cui cuore pulsante è lontano dal territorio compreso nella Buffer Zone, non porterà a nulla”.

La realizzazione dell’intero progetto, presentato dall’associazione Naplest, è stato valutato circa 2 miliardi e mezzo di euro. Una cifra che, secondo il Comitato Grande Progetto Pompei è sproporzionata rispetto ai vantaggi  per il territorio. “E’ stato fatto un rapporto costi-benefici di questo progetto? - E’ l’interrogativo invece che si pone Angelo Pica – Quali sono i reali vantaggi in termini economici? Oltre ai dubbi sulla bontà di tale operazione, notiamo molta disomogeneità: viene presentato un progetto che vuole cancellare la tratta ferroviaria mentre a Torre Annunziata sono in corso, grazie ai fondi Jessica, i lavori di riqualificazione delle arcate borboniche del trincerone. Inoltre – continua Pica - ad inizio anno la Regione ha finanziato con 1 milione e 700 mila euro la realizzazione del progetto esecutivo per la copertura del trincerone. Si finanziano progetti e opere che riguardano l’infrastruttura ferroviaria e poi, allo stesso tempo, si ragiona su progetti che ne prevedono l’eliminazione. Noi immaginiamo uno sviluppo turistico delle nostre città che passi, oltre a una riqualificazione dell’intero territorio, anche attraverso una mobilità più celere tra le città, con flussi di cittadini e turisti sempre maggiori, grazie ad una linea ferroviaria che, data la sua vicinanza al mare, può essere protagonista di questa trasformazione. Anziché progettare di smantellarla, questa linea potrebbe essere riconvertita in una metropolitana costiera, collegando quindi le città vesuviane alla Metro di Napoli. Nelle prossime settimane – concludono Pica e Sica – chiederemo un confronto con le amministrazioni locali, a cominciare da Pompei, Torre Annunziata e Castellammare: speriamo sia possibile poterci confrontare anche con i referenti della Regione Campania e della Sovrintendenza del Grande Progetto Pompei”.

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