Associazione di tipo mafioso e finalizzata al traffico di droga (cocaina e hashish), violazione delle norme su armi ed esplosivi, estorsione e impiego di denaro di provenienza illecita in attività economiche: sono i reati che i carabinieri del nucleo investigativo e la DDA di Napoli contestano ai destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare ritenuti appartenenti al clan Mazzarella.

I militari dell'arma, nel corso delle indagini, hanno scoperto il crescente interesse del clan nel settore del commercio e della distribuzione degli idrocarburi. I provvedimenti cautelari sono in esecuzione nei confronti degli indagati a Napoli (quartieri San Giovanni a Teduccio, Ponticelli, Fuorigrotta) e anche in provincia (comuni di San Giorgio a Cremano e Portici). Nel quartiere partenopeo di Fuorigrotta, su disposizione dell'Autorità giudiziaria è in corso il sequestro di un distributore di carburanti.

"I Paesi vesuviani sono diventati nostri". A parlare è un presunto affiliato al clan Mazzarella di Napoli, intercettato dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli nell'ambito dell'indagine della DDA (pm Fratello e Converso) che si è concretizzata oggi con la notifica - su disposizione del gip di Napoli Ambra Cerabona - di 24 arresti nei confronti di altrettanti indagati ritenuti appartenenti all'organizzazione malavitosa guidata dal Ciro Mazzarella e fondata da suo padre Gennaro. A quell'uomo, Umberto Luongo, 45 anni, oggi i militari dell'arma hanno notificato una misura cautelare in carcere.

Per gli inquirenti il controllo criminale del gruppo camorristico Mazzarella dal quartiere partenopeo di San Giovanni a Teduccio si è esteso verso importanti e popolosi comuni del Vesuviano, appunto, tra Ercolano, Portici, San Sebastiano al Vesuvio e San Giorgio a Cremano.


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