"Voglio tranquillizzarvi, perché siamo in una fase politica complicata e triste, ma occhio, io controllo. Il capotavola non è alla testa del tavolo ma dove sto seduto io”.

Lo ha detto il presidente della Regione Vincenzo De Luca nel corso del suo intervento all’ex base Nato di Bagnoli parlando della successione alla presidenza. “Scherziamo un po’ – ha subito aggiunto De Luca inaugurando il Distretto Campano dell’Audiovisivo – ma questo di Bagnoli è uno degli investimenti che deve andare avanti”.

“Noi non ce ne andiamo alle Seychelles – ha rimarcato – restiamo qui a pensare a grandi opere per Napoli, dal Faro alla nuova rete degli ospedali. Sono interventi che portano lavoro, tensione, sono scelte politiche che poi creano nuove identità. Questo lavoro deve andare avanti. Le nostre strutture regionali si impegnino per l’eternità. O camminate e andate avanti, altrimenti ci rivediamo a breve, si rischia che se non c’è uno con la frusta ognuno non cammina più. In altre regioni le cose camminano anche da sole, qui senza frusta si fermano”.

“Ho incontrato in questi giorni dei campani che vivono a Torino a Firenze, che mi hanno confermato che abbiamo dato identità e orgoglio a questa Regione che veniva considerata solo per rifiuti e camorra. Oggi guardano noi come rigore amministrativo e correttezza per la rivoluzione democratica che abbiamo fatto e che non è stata semplice in questo territorio”, ha concluso. 

"Lavoriamo per creare cose per il futuro, per investire nella cultura. A volte sento parlare di Napoli del rinnovamento, ma ricordo che il 90% di quello che si è rinnovato a Napoli l’ha fatto la Regione. Da altri il rinnovamento non l’ho visto e il lavoro di chi ha buttato il sangue va rispettato”.

Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nel corso del suo intervento all’ex base Nato di Bagnoli per inaugurare il Distretto Campano dell’Audiovisivo, il nuovo polo di produzione e formazione per l’industria audiovisiva. “Noi abbiamo investito – ha detto De Luca – in cultura e umanesimo più di ogni altra regione d’Italia, perché sono il nostro fattore distintivo. Cerchiamo di mettere qui in piedi qualcosa di permanente per le prossime giovani generazioni, in una Regione in cui creare strutture e infrastrutture sembra una cosa difficilissima da fare. Ogni tanto io polemizzo contro la Napoli delle cerimonie, delle apparenze, perché come diceva Goethe ‘quello che hai ereditato riconquistalo se vuoi valorizzarlo davvero’. Quindi servono meno esaltazioni ma un lavoro duro per creare cose permanenti. No alle cerimonie, ma sì a cose permanenti per creare lavoro e perché le giovani generazioni imparino alle scuole del rigore e diano concretizzazione al lavoro qui a Napoli”.

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