“Lo avevamo denunciato nel mese di febbraio quando lo statuto veniva modificato in prima lettura. Oggi è diventa legge e la mortificazione delle istituzioni democratiche diventa un dato oggettivo”. È il commento del coordinatore regionale di SI-SEL, Tonino Scala, dopo l'approvazione in seconda lettura dello statuto regionale della Campania.

“Strano concetto di Democrazia – continua – il Consiglio regionale della Campania cancella se stesso. Con un solo provvedimento De Luca lo cancella. Sono prove tecniche di regime? A nulla è servito l'appello lanciato nello scorso febbraio. Si è operata una modifica statutaria che estende il voto di fiducia a tutte le norme che la giunta ritiene di valore strategico. Una vera e propria deriva autoritaria che ha reso praticamente inutile votare per il rinnovo del Consiglio stesso. È un atto di una gravità inaudita e meraviglia come la stessa maggioranza abbia eseguito l'ordine del despota di Salerno”.

Inoltre, per Scala si tratta di “un atto che mina lo stato di diritto, svilisce le opposizioni e consegna l'attività legislativa nelle mani di un solo uomo al comando. Sarà il presidente, infatti, non solo a dettare l'agenda, ma a decidere come devono essere i provvedimenti; poiché l'apposizione della fiducia cancella gli emendamenti e di riflesso anche le opposizioni stesse. La vicenda è pericolosa anche da altri punti di vista: De Luca fa da apripista, seguirà la riforma Renzi-Boschi: stanno tornando i tempi bui?”, si chiede il coordinatore regionale di SI-SEL.

Il PD si accorgerà di quello che ha combinato quando diventerà minoranza. Questi tempi si avvicinano. Si-Sel ringrazia quelle forze politiche, quei consiglieri che hanno sostenuto una battaglia non semplice in consiglio. Nelle prossime ore esperiremo tutte le strade per capire se ci sono le condizioni per un referendum abrogativo di una norma a dir poco ignobile e mortificante” prosegue Scala che conclude: “Mi auguro che i cittadini italiani sappiano reagire con un voto chiaro e netto, con un No al referendum costituzionale che trasformerebbe il parlamento in cosa analoga a quello che è diventato il consiglio regionale campano”.

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