La Campania è sempre testa, tra le Regioni in cui si in Puglia, Calabria e Sicilia sono le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa che subiscono il maggiore impatto di ecocriminalità e corruzione, osserva Legambiente spiegando che in questi territori si concentra il 43,8% dei reati accertati dalle forze dell'ordine e dalle Capitanerie di porto, il 33,2% degli illeciti amministrativi e il 51,3% delle inchieste per corruzione ambientale sul totale nazionale. Tra le regioni del Nord la Lombardia si conferma quella con il maggior numero di illeciti ambientali (1.821 reati, pari al 6% del totale nazionale e 33 arresti). Crescono i reati accertati in Liguria, ben 1.228, che scala cinque posizioni, arrivando al nono posto. A livello provinciale, Roma, con 1.196 illeciti ambientali, scalza nel 2021 dalla prima posizione Napoli (1.058), che viene superata di misura anche da quella di Cosenza (1.060). L'anno scorso le forze dell'ordine hanno applicato per 878 volte i delitti contro l'ambiente (legge 68/2015). Sono stati 292 i beni posti sotto sequestro per un valore complessivo di oltre 227 milioni di euro. Il delitto in assoluto più contestato è quello di inquinamento ambientale, con 445 procedimenti penali, ma il maggior numero di ordinanze di custodia cautelare è scattato per l'attività organizzata di traffico illecito di rifiuti, con 497 provvedimenti.

Il ciclo illegale del cemento guida nel 2021 la "classifica" delle filiere degli illeciti ambientali con 9.490 reati (31% del totale), seguito da quello dei rifiuti (8.473) che registra anche il maggior numero di arresti, 287, (+25,9% rispetto al 2020) e di sequestri (3.745, con +15%) e dai reati contro la fauna (6.215). E' quanto emerge dal rapporto Ecomafia 2022 di Legambiente secondo cui l'anno scorso c'è stata una impennata dei reati contro il patrimonio boschivo - 5.385 tra incendi colposi, dolosi e generici (+27,2%) con una superficie colpita dalle fiamme di oltre 159.000 ettari (+154,8% sul 2020) - e contro il patrimonio culturale con l'aumento dei furti di opere d'arte, che arrivano a quota 603 (+20,4%).

Le inchieste contro i traffici illeciti di rifiuti monitorate da Legambiente nel 2021 sono state 38, contro le 27 dell'anno precedente, mentre nei primi sette mesi di quest'anno sono state 17. I quantitativi di rifiuti sequestrati superano i 2,3 milioni di tonnellate, l'equivalente di 94.537 tir: messi su strada, uno dietro l'altro, formerebbero un serpentone di 1.286 chilometri, che da Reggio Calabria potrebbe spingersi al confine con la Svizzera. Legambiente segnala i 640.195 controlli eseguiti nel settore agroalimentare e il fatto che tra i nuovi interessi delle ecomafie c'è il traffico illecito degli oli vegetali esausti. Il Conoe stima che 15mila tonnellate all'anno sfuggano alla raccolta e al trattamento dei certificati dei consorzi.

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