“Si devono vergognare perché sono rimasti insensibili ad un problema che riguarda centinaia di famiglie”. È l’urlo disperato lanciato all’interno di Palazzo De Fusco a Pompei, durante la seduta del consiglio comunale odierno, da parte delle prime famiglie che hanno ricevuto la lettera di demolizione della propria casa. Si tratta di un provvedimento che, nelle prossime settimane e mesi, potrebbe coinvolgere centinaia di nuclei familiari.

Ma andiamo con ordine. Sono da poco passate le 17, l’assise è iniziata e le persone che stavano fuori il portone del Comune salgono e siedono nella platea. Dopo i primi interventi dei consiglieri comunali, dal pubblico scoppia la polemica: cori ed urla contro gli amministratori ed il sindaco Uliano. La presidente del consiglio pro tempore, Maria Padulosi, verificata la possibilità sospende il consiglio e concede la parola ad alcuni cittadini.

Questa amministrazione non può lavarsi le mani e trincerarsi dietro la veste della legalità. Basta farsi un giro per la città, o meglio dove vivo a Messigno, per capire che ci sono problemi non risolti da anni, da decenni”. A parlare, rivolto al sindaco ed alla giunta, è Aldo Avitabile, uno dei cittadini pompeiani a cui è stata notificata la demolizione della casa dove vive.

“Vorrei sanare l’abuso ma non c’è alcuna via percorribile per farlo – continua Avitabile – Il paradosso, poi, è che non posso nemmeno essere io ad abbattere la mia casa ma devono pensarci le ruspe inviate dalla Prefettura che, alla fine dei lavori, dovrò anche pagare profumatamente. Guarda caso – chiosa con la voce interrotta dalla foga – la ditta che dovrebbe eseguire i lavori è di Melito”.

Intanto, “il 4 maggio verranno a staccarci luce, gas ed acqua. Si trincerano dietro la scusa della zona rossa ma – si interroga Avitabile – La Cartiera dov’è?”

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