Carabiniere morto a Roma. Mario Cerciello Rega era disarmato
Le rivelazioni sulla morte del vicebrigadiere dell'Arma ucciso a Roma il 26 luglio
30-07-2019 | di Marco De Rosa
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“Mario Cerciello Rega aveva dimenticato l’arma. E’ stata probabilmente una dimenticanza, ma ciò non toglie che non aveva alcuna possibilità di reagire". E’ quanto confermato dal comandante provinciale dei carabinieri di Roma Francesco Gargaro sul caso del vicebrigadiere di Somma Vesuviana ucciso venerdì 26 luglio a Roma.
Nessuna possibilità di fermare subito gli aggressori nemmeno da parte del collega di Mario, Andrea Varriale che, secondo quanto ricostruito dai militari dell’Arma e spiegato in conferenza stampa, “non poteva sparare ad un soggetto in fuga altrimenti sarebbe stato indagato per un reato grave. In zona c'erano 4 pattuglie, che non dovevano essere visibili per non pregiudicare l'operazione e che sono intervenute pochi minuti dopo l'allarme”.
“Provo disappunto e dispiacere per le ombre e i presunti misteri che sono stati sollevati e diffusi in merito a questa vicenda" – ha dichiarato il comandante Gargaro -. La ricostruzione attenta e scrupolosa ha dimostrato la correttezza e regolarità di questo intervento, analogo e ricorrente nella città di Roma". Probabilmente i due non immaginavano che si sarebbero potuti trovare di fronte una persona con un coltello di 18 centimetri e, probabilmente, non si aspettavano di essere aggrediti.
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GLI INTERROGATORI. Il procuratore aggiunto di Roma Michele Prestipino ha spiegato che gli indiziati sono stati interrogati nel rispetto della legge e con tutte le garanzie difensive previste. “Gli interrogatori sono stati anche registrati", ha sottolineato.
FOTO BENDATO. Un passaggio è stato fatto anche sulla foto di Natale Hjorth bendato e ammanettato, che ha suscitato indignazione. “Accerteremo i fatti senza alcun pregiudizio e con il rigore già dimostrato da questa procura in altre analoghe vicende - ha spiegato Prestipino -. La procura - ha aggiunto - ha già avviato le indagini per accertare quanto accaduto, per consentire la più adeguata qualificazione giuridica e per individuare tutte le responsabilità”.
I FALSI MAGHREBINI. "L'indicazione del fatto che fossero stati due maghrebini è stata data da Brugiatelli", la persona che era stata derubata della zaino. A raccontarlo nel corso della conferenza stampa il comandante Gargaro. “Ha parlato di due persone di carnagione scusa, presumibilmente maghrebini - sottolinea -. Lo ha detto perché aveva il timore di dire che conosceva gli autori dell'omicidio. Non voleva essere associato al fatto. Solo dalle immagini si è scoperto l'antefatto".
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