“Ho deciso di chiamare il 112 perché ho avuto paura. Nel borsello rubato, oltre al documento d'identità, c'erano anche le chiavi della casa dove vivo con mio padre, che è molto malato, mia sorella e mio nipote”. E’ quanto ha affermato Sergio Brugiatelli, l'uomo a cui i ragazzi americani indagati per aver ucciso il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega rubarono lo zaino.

Attraverso una nota diffusa dal suo legale Andrea Volpini, Brugiatelli ha espresso le condoglianze alla famiglia della vittima e ha ripercorso gli attimi della tragedia: “Quando ho chiamato il mio numero di cellulare, chi ha risposto non ha solo preteso denaro e droga per riconsegnare le mie cose. Mi hanno minacciato, dicendo che sapevano dove abitavo e sarebbero venuti a cercarmi. Non sono un intermediario di pusher né, tanto meno, un informatore delle forze dell'ordine – ha proseguito -. In questi giorni e notti passate pensando alla tragedia che ha distrutto la famiglia del carabiniere che mi ha salvato la vita, ho letto e sentito dai media sulla vicenda curiose e false ricostruzioni che proseguono anche dopo la conferenza stampa degli inquirenti".

IL FASCICOLO SULLA FOTO. Nel fascicolo avviato dalla procura di Roma, relativa alla foto di Finnegan Lee Elder bendato in una stanza della caserma dei carabinieri di via In Selci e che vede indagato un militare dell'Arma, si ipotizzano i reati di abuso d'ufficio e rivelazione del segreto d'ufficio. Si tratta di un’ipotesi di lavoro sulle quali si sta muovendo la Procura. Il procuratore facente funzione, Michele Prestipino, nella conferenza stampa di martedì 30 luglio, ha affermato che i pm dovranno individuare "la più adeguata qualificazione giuridica".

I TURNI DI LAVORO. C'è anche l'elenco dei turni di presenza in servizio della Stazione Farnese tra gli atti acquisiti dalla Procura di Roma nell'ambito dell'indagine relativa all'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Una acquisizione, insieme ad altri documenti, che ha l'obiettivo di certificare la presenza in turno di Cerciello dalla mezzanotte alle 6 di mattina del 26 luglio insieme al collega Andrea Varriale.

I RILIEVI IN HOTEL. Individuare e repertare le tracce biologiche e impronte digitali per ricostruire i movimenti dei due ragazzi californiani nella stanza di albergo dove alloggiavano. E' questo l'obiettivo dell'accertamento tecnico svolto questa mattina dai carabinieri, alla presenza dei difensori e dei loro consulenti, nella stanza 109 dell'hotel in zona Prati che era occupata da Finnegan Lee Elder e Natale Christian Hjorth. Gli investigatori puntano, in primo luogo, ad individuare le tracce papillari nella zona del controsoffitto dove era stato nascosto il coltello di tipo militare utilizzato da Elder per colpire Cerciello. La stanza resta sotto sequestro e all'attenzione degli inquirenti anche gli indumenti indossati dai ragazzi e tutto ciò che era presente nelle loro valigie. A quanto si è appreso i rilievi proseguiranno nei prossimi giorni: "Elder non ha precedenti penali lo abbiamo visto questa mattina, è provato – ha spiegato Roberto Capra, il legale di Finnegan Lee Elder -. Suo papà è arrivato a Roma. Sugli accertamenti tecnici di questa mattina al momento non possiamo dire nulla".

LE PAROLE DEL PAPA’. "La prima cosa che vorrei sapere è quale è la prassi burocratica per poter rivedere in carcere mio figlio". Questa l'unica frase che Ethan Elder, il padre di Finnegan Lee Elder, ha pronunciato durante il suo transito all'aeroporto di Fiumicino, dopo l’arrivo da Oakland, durato circa un'ora.


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