Carabinieri infedeli, il generale Paris svela i rapporti tra i militari e Casillo
L’ex comandante del gruppo di Torre Annunziata: “Collaborazione lampo del boss incomprensibile”
16-03-2021 | di Redazione
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Rapporti malati e collaborazioni lampo. Nuova udienza sul processo ai carabinieri infedeli al Tribunale di Torre Annunziata. Sul banco dei testimoni si è presentato di nuovo il generale Andrea Paris.
L’ex comandante del gruppo di Torre Annunziata ha risposto alle domande della pm Ivana Fulco sui rapporti che intercorrevano tra il capitano Pasquale Sario, l’appuntato Sandro Acunzo (entrambi imputati) e Francesco Casillo, alias ‘a vurzella, boss del Piano Napoli di Boscoreale.
Paris ha ricominciato la sua deposizione tornando sull’ingente sequestro di droga avvenuto nel Porto di Napoli nel gennaio del 2009. “Ebbi anche un gesto di stizza nei confronti di Sario perché non si sbrigava a dirmi la quantità dello stupefacente sequestrato. Mi fu comunicato un quantitativo differente soltanto alle 16. In precedenza il carico fu portato, come detto dallo stesso Sario, per puro errore da Acunzo al comando di Torre Annunziata, invece che a quello di Napoli. Dopo fu sempre lui a provvedere alla distruzione”.
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I RAPPORTI CON IL BOSS. L’ex comandante del gruppo di Torre Annunziata ha poi cominciato a parlare del presunto rapporto tra i carabinieri e il boss Casillo.
“Venni contattato dal generale Maruccia che mi parlò di un’imbarcazione sequestrata ad Acciaroli con a bordo proprio Casilllo. Poi venni contattato anche dal maggiore Cagnazzo del comando di Castello di Cisterna che mi riferì di alcune auto di grossa cilindrata, che poi seppi appartenere allo stesso boss, affianco alle quali si faceva fotografare Acunzo”.
Successivamente, all’inizio di giugno del 2009, Paris venne chiamato anche dal maggiore De Bari di Sorrento. Quest’ultimo qualche giorno prima aveva fermato a Piano di Sorrento una vettura. Il guidatore disse che era strettamente riferita proprio ad Acunzo. “Mi disse che si sentiva intimorito dal colonnello Sario, che si lamentò del controllo. Io gli chiesi di fare relazione, perché già in passato c’era stato un altro sequestro ai suoi danni al porto di Castellammare.
La collaborazione lampo di Casillo è stata poi evidenziata dallo stesso generale. “Già nel 2009 Sario mi disse che era stato provvidenziale per ritrovare gli assassini del tenente Pittoni. Il suo obiettivo era catturare il boss Umberto Onda. Poco tempo dopo Casillo si tirò indietro per me in maniera incomprensibile. E in passato aveva già rifiutato sia per lui che per i familiari il programma di protezione”.
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