Carabinieri infedeli. La rivelazione di Casillo: "Temevo di essere ucciso e scappai"
Il boss del Piano Napoli rivela. "Volevano a tutti i costi infangare il generale Paris"
02-03-2021 | di Redazione
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“Credevo di essere ucciso e scappai”. Così Francesco Casillo, alias ‘a vurzella, ha parlato questa mattina al tribunale di Torre Annunziata. Il boss del Piano Napoli è intervenuto nel corso dei processi ai presunti carabinieri infedeli.
Casillo ha raccontato, così come già avvenuto nell’udienza del 28 maggio 2019, la sua versione sul carico di cocaina da 335 kg sequestrata e poi distrutta. Coinvolti nell’accaduto il capitano Pasquale Sario, l’appuntato Sandro Acunzo, il luogotenente Gaetano Desiderio (tutti imputati nel procedimento) e il maresciallo Francesco Vecchio.
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“I rapporti con Acunzo si sono rotti quando sono venuto a sapere che lo stuptefacente in caserma a Torre Annunziata non c’era più. A dirlo fu il maresciallo Vecchio. Acunzo mi diede appuntamento sulle terre e io pensai che mi voleva uccidere poiché la cocaina era già stata distrutta. Quindi non mi presentai e decisi di iniziare a paralre con la Dda”.
Il boss del Piano Napoli ha anche parlato di rapporti poco idilliaci tra i carabinieri e il generale Andrea Paris. “Lo volevano infangare –ha affermato Casillo dinanzi al giudice Iannone- Vecchio mi diceva sempre di coinvolgerlo quando si facevano cose”.
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