E’ riuscito lo sciopero dei dipendenti Caremar indetto dal sindacato Or.s.a. settore marittimo  contro le condizioni di lavoro stabilite nell’accordo sindacale raggiunto il 23 febbraio scorso.

Sono pochissimi i vettori in navigazione con la maggior parte di navi ed aliscafi fermi grazie all’alta adesione allo sciopero dei lavoratori  i quali – cosi’ come si legge nel comunicato diramato dall’ Or.s.a. – “non accettano trasformazioni unilaterali   dei rapporti di lavoro subordinato a tempo indeterminato  e  le decurtazioni economiche finalizzate esclusivamente al raggiungimento di un maggior profitto da parte dell’azienda a discapito dei lavoratori.

Così come inaccettabile è l’ostinato rifiuto di applicare il contratto nazionale del lavoro in relazione all’orario che non dovrà superare le 8 ore giornaliere.   Per chiedere con forza il rispetto dei diritti dei marittimi Caremar, i lavoratori si sono riuniti a Napoli nella sala d’attesa di Porto Calata di Massa dove da tempo i bigliettai licenziati sono in presidio permanente.

Nicola Lamonica  ha sottolineato che l’Autmare è  impegnata contro la privatizzazione della Caremar che ha anche causato il peggioramento delle condizioni di lavoro dei marittimi.

Antonella Di Giovanni, componente della Segreteria nazionale dell’ Or.s.a. ha spiegato  perché i lavoratori criticano l’accordo sindacale del 23 febbraio scorso.

Gennaro Savio oltre a portare ai lavoratori in lotta la solidarietà del PCIML, ha condannato le responsabilità politiche che ci sono dietro la privatizzazione della Caremar.  

Intanto contro  l’accordo di 2° livello, il sindacato Or.s.a. ha indetto un referendum consultivo che si terrà il prossimo 29 e 3O marzo.

 

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