“Siamo stanchi e saturi di questa situazione che ci sta portando all’esasperazione sia a livello lavorativo che economico”. Così i commercianti de La Cartiera a Pompei hanno commentato la scelta governativa di continuare con la chiusura forzata nei weekend.

Proprio questa mattina i punti vendita del centro commerciale hanno aderito all’iniziativa messa in atto dalle sigle nazionali: saracinesche abbassate per chiedere la revoca immediata delle misure restrittive che si perpetuano ormai da sei mesi inoltrati.

“Speriamo che la protesta simbolica di oggi smuova qualcosa – dice il Direttore del bar ‘De Vivo’ -  noi attività del centro commerciale siamo maggiormente penalizzati poiché lavoriamo in un posto chiuso ma con le dovute precauzioni anti covid e mettendo in campo il protocollo non credo ci siano grossi problemi che non ci permettano di lavorare nei weekend”.

Per i centri commerciali si contano miliardi di perdite in fatturato, diminuzione del personale e chiusure di attività a causa della crisi economica: “l sabato e la domenica incidono tantissimo per il fatturato di un punto vendita in un centro commerciale – dichiara la Direttrice di Primadonna alla Cartiera -  non lo reputo giusto che noi dobbiamo rimanere chiusi e quelli dei centri storici aperti”.

Ulteriori piccole misure permetterebbero di poter avere sotto controllo la situazione anche nei fine settimana, “basterebbe semplicemente canalizzare gli ingressi alle porte dei centri commerciali e nel momento in cui ci si rende conto delle troppe persone presenti, stoppare gli ingressi, attendere che qualcuno esca e dare così via libera agli altri”.

La situazione è davvero molto complicata e a pagarne le spese è sempre il piccolo imprenditore con la sua macchina organizzativa: “I costi degli affitti sono molto alti, i titolari non riescono ad ottenere una riduzione e quindi l’unica soluzione è ridurre il personale passandoci in cassa integrazione”.

Chiusure e riaperture continue hanno inciso ed incidono tutt’ora anche sul cliente: “Lavorare a questa condizioni è giorno dopo giorno molto difficile, il cliente dopo un anno e mezzo è ancora molto timoroso di entrate a contatto con altre persone anche se noi abbiamo attuato tutte le misure di sicurezza del caso”.

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