TORRE ANNUNZIATA. Nessun servizio di accoglienza clienti, né soldi mai versati per il fitto di una stanza nell’alcova del piacere di via Plinio, a due passi dalla Chiesa al confine con Pompei: i giudici del tribunale di Torre Annunziata hanno assolto “per non aver commesso il fatto” il trans Mario Casamento, in arte Marica, accusato di favoreggiamento della prostituzione. Il pm della Procura oplontina, Francesca Sorvillo, aveva chiesto per il trans la condanna ad un anno e mezzo di reclusione. Tra 90 giorni il deposito delle motivazioni della sentenza.

LA REQUISITORIA. “Sesso a pagamento dai 50 ai 70 euro e giro di escort da tutta Italia. A via Plinio due trans, prima del blitz della polizia e dopo aver messo annunci su internet, consumarono rapporti con giovani clienti. Marica lo sapeva, gestiva l’alcova”: questa la tesi dell'accusa. Teoria respinta dai giudici, per i quali gli annunci via web su “bakecaincontri”, sito specializzato in appuntamenti hot e con diverse offerte anche su Torre Annunziata, non basterebbero a provare l’esistenza di un piano preordinato a sfruttare il via vai di trans, in arrivo anche da Firenze e da Lecce. Trans che ricevevano in via Plinio anche studenti universitari, ma in modo del tutto autonomo.

NESSUNA ORGANIZZAZIONE. A vincere a processo è stata la linea difensiva dell’avvocato Carlo de Pascale, legale di Marica: “si prostituiva in casa, lo ha dichiarato – la sua arringa in aula - ma non per questo favoriva il giro. A Torre Annunziata, il 12 novembre, ci furono due prestazionali occasionali e a pagamento, ma nessuna organizzazione. Le trans non hanno mai pagato, a Mario Casamento, neppure un soldo per il fitto”. Proprio l’assenza di un canone, regolarmente versato al trans, potrebbe aver spinto i giudici all'assoluzione.

foto archivio

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