Caso cisterne, i legali della Isecold all’attacco: “Faremo ricorso, ecco perché”
L’Utc ha annullato il permesso a costruire ma la ditta non ci sta: “Provvedimento giunto oltre ogni termine di ragionevolezza”
04-01-2019 | di Marco De Rosa
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Caso cisterne, i legali della Isecold vanno all’attacco: “Faremo ricorso”. A poco più di due settimane dal provvedimento di blocco ai lavori di ampliamento del deposito di idrocarburi all’interno del porto di Torre Annunziata, i legali della ditta comunicano l’intenzione di opporsi all’annullamento del permesso a costruire.
“Abbiamo ricevuto il mandato per presentare un ricorso che stiamo ultimando in questi giorni”, hanno spiegato alla nostra redazione. Vari elementi su cui puntare: su tutti, l’annullamento del permesso a costruire a cinque anni dal rilascio del via libera: “Un provvedimento giunto oltre ogni termine di ragionevolezza”, secondo i legali della Isecold.
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Ma c’è dell’altro. Un ulteriore elemento che verrà messo al vaglio dagli avvocati della ditta è la necessità di presentare la “Via”, il certificato di verifica impatto ambientale, uno dei punti cardine su cui è scaturito poi l’annullamento del permesso a costruire da parte dell’ufficio tecnico comunale di Torre Annunziata.
L’atto in questione è la verifica di assoggettabilità (o screening): è una procedura finalizzata ad accertare se un piano o un programma debba o meno essere assoggettato alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica. La procedura è regolamentata D.Lgs.152/2006: “Per i serbatoi di stoccaggio di prodotti petroliferi e chimici pericolosi superiori a mille metri cubi – dichiarò l’ingegnere Nunzio Ariano dopo aver diffuso la notizia del blocco ai lavori – va presentato questo documento”. Senza la verifica di assoggettabilità, in sostanza, la commissione non può stabilire se ci sia il bisogno del “Via”, il certificato di verifica impatto ambientale.
Insomma, dopo il brindisi di fine anno del comitato Salera dinanzi alle cisterne, i cittadini dovranno prepararsi per l’ennesima battaglia: “Non vogliamo altre cisterne – ha spiegato su Facebook in questi giorni Pina Valente del Comitato Salera - e, anzi, chiediamo la loro delocalizzazione di tutte quelle posizionate sul nostro territorio. Vogliamo una città pulita, un ambiente sano, un mare splendido, un litorale spettacolare. Vogliamo riprenderci Torre Annunziata”.
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