Il tribunale di Torre Annunziata ha pronunciato la sentenza che condanna Carlo Di Maio al pagamento di una sanzione da 2500 euro, oltre alle spese processuali, a favore di due risparmiatrici che erano state accusate dall’armatore di aver presentato documentazione fasulla inerente la ricevuta del titolo obbligazionario Dimaiolines. Si tratta di un precedente giudiziario che rischia di far crollare l’altro giudizio, incardinato contro i quattrocento risparmiatori accusati da Di Maio proprio in tema di presunte documentazioni false.

L’avvocato Giuseppe Colapietro ricostruisce la complessa vicenda giudiziaria e spiega i motivi (e gli effetti prevedibili) della pronuncia dei magistrati torresi.

“Come molti ricorderanno, molti risparmiatori della Dimaiolines, oltre a subire la beffa di veder volatilizzati i risparmi di una vita investiti nella società armatoriale con l'acquisto di pseudo titoli obbligazionari, hanno subito successivamente anche l'onta di essere citati in giudizio dal signor Carlo Di Maio con un atto di querela di falso,  con il fine di accertare la falsità del documento stesso di ricevuta del titolo obbligazionario ad opera degli stessi risparmiatori.

Una batosta morale per più di quattrocento risparmiatori che dalla piena ragione, si sono visti accusare di aver falsificato le cosiddette cedole. Dalla ragione, in pratica, al torto.

Il primo di questi giudizi, promosso contro due risparmiatrici è arrivato al suo epilogo, con la pubblicazione della relativa sentenza. I giudici del Tribunale di Torre Annunziata hanno rigettato la domanda di querela di falso proposta da Carlo Di Maio nei confronti delle signore Anna e Margherita, in quanto il primo non aveva la legittimazione in proprio ad impugnare con querela di falso un documento che è stato emesso dalla società, ovvero la legittimazione all’azione sarebbe spettata agli organi della procedura fallimentare Dimaiolines che, ovviamente, non l'hanno fatto in quanto hanno ritenuto tali cedole regolari e provenienti dalla stessa società.

Ma i magistrati non si sono fermati a ciò. Infatti hanno ritenuto che la proposizione di un'inammissibile querela di falso contro il documento della ricevuta, attestante la percezione di somme di danaro, attività per la quale il signor Carlo Di Maio, insieme ad Angelo Di Maio e Angela Di Maio, è stato imputato, tra l'altro, del reato di raccolta abusiva del risparmio e condannati, con sentenza di patteggiamento, rappresenti una condotta processuale scorretta, tale da essere sanzionato con il pagamento della somma di 2500 euro a ciascuna delle due risparmiatrici, oltre alle spese di giudizio. Giustizia è fatta.

Una sentenza attesa non tanto per le condanne economiche, ma per stabilire la verità dei risparmiatori che in questi anni non solo hanno dovuto sopportare di perdere i propri risparmi, ma anche di venire accusati di essere falsificatori di ricevute. Parliamo di quattrocento pretesi falsificatori che oggi finalmente possono liberarsi da questa onta e e possono tornare ad essere solo delle vittime. Questa sentenza – commenta infine l'avvocato Giuseppe Colapietro - è di estrema importanza anche in quanto è ancora pendente un identico giudizio promosso da Carlo Di Maio presso lo stesso Tribunale e che vede coinvolti circa quattrocento risparmiatori e ovviamente tale sentenza sarà un precedente da tenere in debita considerazione”.

 

Soddisfatte le signore, Anna e Margherita, che commentano così la sentenza del tribunale di Torre Annunziata: “Ringraziamo l'avvocato Giuseppe Colapietro per averci sino ad oggi tutelato e per averci dato questa gioia. Possiamo accettare di aver perso i nostri risparmi, ma non potevamo accettare di essere accusati di aver falsificato delle ricevute rilasciateci dalla società Dimaiolines di cui il Carlo Di Maio era l'amministratore. Era troppo, nessuno poteva pensare una cosa simile per noi e per altre 400 persone. Ci eravamo fidati della società armatoriale e dei tre soci e non pensavamo mai che arrivassero ad accusarci in questo modo, malgrado fosse state accertate dagli organi giudiziari le responsabilità degli stessi. Hanno cercato in tutti i modi di buttare fango sui risparmiatori, ma oggi giustizia è stata fatta”. 

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