Si terranno domani pomeriggio alle 17, nella Basilica di ‘Maria SS. Della Neve’ a Torre Annunziata, i funerali di Tomaso Stara, il professore sardo di 87 anni, morto sabato scorso in Rianimazione all’Ospedale ‘San Leonardo’ di Castellammare di Stabia. L’anziano fu operato lo scorso 29 giugno per errore al femore destro (quello sano) all’Ospedale ‘S. Anna’ di Boscotrecase. Accortisi dello sbaglio i medici (undici in totale gli indagati per omicidio colposo) poco dopo operarono di nuovo il professore, applicandogli stavolta un ‘chiodo gamma’ all’arto sinistro (quello davvero fratturato). Le condizioni di Stara non sono mai migliorate. Trasferito al ‘San Leonardo’, l’87enne è poi deceduto in ospedale. Da capire, ora, il rapporto di causalità tra il doppio intervento e la morte dell’anziano.

L’AUTOPSIA. Quattordici in tutto, tre della Procura (un medico legale, un anamopatologo e un ortopedico, nominati dal pm titolare dell’inchiesta a Torre Annunziata, Antonella Lauri) ed undici di parte (uno per ogni indagato), i periti che oggi alle 14 hanno assistito all’autopsia sulla salma di Tommaso Stara. Tre ore di analisi all’obitorio di Castellammare di Stabia; dopo il corpo del professore è stato restituito alla famiglia per i funerali di domani. I periti consegneranno l’esito dell’esame autoptico in Procura tra 60/90 giorni.

LA DIFESA. Vista la doppia operazione, parrebbero scontate le lesioni colpose ai danni del professore. I difensori degli undici componenti dell’equipe medica, coinvolti nel caso, mantengono tutti il più stretto riserbo sulle loro strategie, ma punterebbero già a chiarire che “la doppia operazione, tra l’altro mini-invasiva, è stata eseguita dopo una sola anestesia”. L’anestesia somministrata al paziente avrebbe infatti coperto un lasso di tempo di almeno quattro ore.

     

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