Era l’8 marzo 2013. Tommasina De Laurentiis, 25 anni, di Torre Annunziata, entrava nella sala operatoria dell’ospedale “S. Anna” di Boscotrecase per un banale intervento alla colecisti. Non ne uscirà più viva. Da quel giorno, i suoi parenti inizieranno una lunga battaglia per la verità, giunta finalmente ad una svolta. La Procura oplontina, a 25 mesi dalla tragica morte di Tommasina, chiederà il rinvio a giudizio per il chirurgo che operò la giovane e due suoi assistenti (già stralciate le posizioni di cinque infermieri).

Archiviate pure le posizioni di tre anestesisti, inizialmente indagati, poi decisivi coi loro racconti: “Anche dopo la constatazione del decesso, l’infermiere ha continuato a passare numerosi fili di vieryl al chirurgo”, confidò infatti uno di essi agli inquirenti, dopo la prima perizia del Tribunale che sembrava configurare una semplice “colpa lieve” per il primario.

LA SVOLTA La seconda perizia richiesta dalla famiglia di Tommasina (assistita dall’avvocato Gerardo Ausiello) e dalla Procura di Torre Annunziata fece invece emergere nuovi scenari. A causare la morte della 25enne non sarebbe stata un'errata manovra di rianimazione, bensì la mancata suturazione di due arterie tranciate, durante la prima parte dell'intervento, e bloccate solo in un secondo momento. Una “scoperta” destinata a cambiare il corso dell’inchiesta, oggi chiusa dopo oltre due anni di attesa.

L’APPELLO “Spero che l’udienza preliminare – le parole dell’avvocato di parte civile, Gennaro Ausiello - sia fissata quanto prima. Solo così eviteremo la prescrizione per fatti di una tale gravità. Chiedo pubblicamente al gip (il fascicolo è di competenza del giudice del Tribunale di Torre Annunziata, Emma Aufieri, ndr) di dare priorità a questo processo. I tempi tecnici per una prima udienza, entro giugno, ci sono tutti”. Alle parole dell’avvocato fanno eco quelle della famiglia De Laurentiis: “Dopo due anni non c’è ancora una data per il processo – commenta Laura, cognata di Tommasina - . Spero solo che il nostro calvario non sia trascorso invano”.    

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