TORRE ANNUNZIATA. "Eppure ieri sera mi sentivo strana, non prendevo sonno. Ero irrequieta. Ho acceso la tv, cantava Eros Ramazzotti. Per me quasi un segno del destino. 'I giardini di marzo', la nostra canzone. Poi ho letto l'articolo su internet, la connessione che andava e che veniva, i giornali. Non ci credevo. Ho iniziato a piangere, a star male. Nessun colpevole per la morte di Giuseppe. Di nuovo. E io, ancora oggi, mi chiedo perchè. Perchè tanta omertà a Torre Annunziata". 

Rabbia, dolore, sgomento e solitudine. Ma non resa, nelle sue parole. Carmela Sermino, la vedova di Giuseppe Veropalumbo, il carrozziere oplontino ucciso il 31 dicembre 2007 da una pallottola esplosa dall'esterno e da ignoti per 'far festa' a Capodanno, anche dopo aver appreso della archiviazione-bis, decisa dal gip sull'inchiesta, continua a credere e a sperare. "In Dio, nel lavoro dei magistrati. Come pure che alla fine qualcuno, in città, faccia il nome del camorrista che mi ha ammazzato il marito".

Il fascicolo riaperto in Procura sulla morte di Giuseppe e per omicidio preterintenzionale a carico di un solo indagato, C.C., 38enne torrese non affiliato ma ritenuto contiguo agli ambienti di via Bertone e dei Gionta, è stato infatti archiviato dal gip del tribunale di Torre Annunziata, Antonello Fiorentino (qui e nel link correlato). Giudice che ha accolto la richiesta formulata dal pm Silvio Pavia, a quasi nove anni di distanza dalla morte dell'operaio 30enne. Operaio 'figlio' di quella stessa città, che continua a serbare il 'segreto' su un delitto assurdo: arma mai ritrovata, ma pallottola vagante sì. Era nel cuore di Giuseppe. Oltrepassando una ringhiera in ferro, gli colpì la quinta costola, risalendo poi alla vena aorta. Giuseppe Veropalumbo morì sul colpo. Dissanguato. 

Una prima archiviazione erà stata già disposta - nel 2013 - per "assenza di prove certe sull'identità" dell'assassino. A riaprire il 'cold-case', nell'estate scorsa, la testimonianza solo indiretta del pentito di camorra Michele Palumbo 'munnezza'. L'ex killer del clan Gionta riferì ai magistrati di conoscere l'identità di chi forse esplose il colpo. Un solo racconto, peraltro 'de relato'. E' troppo poco. Secondo il gip, "nonostante gli sforzi investigativi" e in assenza di nuovi riscontri, risulterebbe "quasi impossibile" riaprire per la terza volta le indagini.

LO SFOGO SU FB. "Non riaprirle più, mi si è congelato il cuore. La sensazione di uno che cammina in strada e gli arriva un secchio d'acqua addosso. Resta freddato. Come può una morte così assurda, di una persona perbene, di un padre, non indignare una comunità intera? Giuseppe, quella pallottola, non se la cercava. Era felice. Aveva in braccio la figlia. Ignaro che, fuori alla finestra, c'era una persona malvagia che aveva deciso il suo destino. Non me lo spiego. Urlo ancora perchè, perchè, sempre perchè". 

La vedova non si arrende. Ascolta 'Eros' in tv, continua a crescere da sola la piccola Ludovica (quando morì suo padre aveva 14 mesi, ora è in quinta elementare) e alle 5:45 della notte affida il suo sfogo ai social network. "Peppe voleva realizzare i suoi sogni, accompagnare la figlia a scuola - si legge sulla bacheca facebook della Sermino - . Peppe voleva ascoltare la poesia del papà, applaudire Ludovica ad un saggio. Peppe voleva starle vicino per la vita. Ora tocca a me. Lo faccio e continuerò a farlo. Non mi stancherò. Vado avanti nei miei appelli. Io non abbassero' mai la guardia. Chi ha sparato, chi ha visto, parli! Giuseppe Veropalumbo ha diritto di sapere la verità. Di ottenere finalmente giustizia".

LA CASA ANTI-CLAN PRONTA A DICEMBRE. La camorra le ha tolto il marito per errore. Lo Stato, invece,  ha scelto di 'risarcirla', affidando a lei e a sua figlia - caso unico in Italia - l'abitazione confiscata a un boss. Il 31 agosto scorso, Carmela Sermino ha ricevuto dal sindaco di Torre Annunziata le chiavi dell'appartamento 'strappato' in via Veneto al ras Aldo Agretti, il 44enne figlio di "zì Carmelina", sorella del super-boss Valentino Gionta, e già  condannato per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio aggravata dalle finalità mafiose. Quella casa, ora e come vuole la vedova Veropalumbo, sarà trasformata in un centro anti-clan. 

"La inaugurazione? A dicembre, in prossimità del Natale - il suo annuncio anche simbolico - . Domani firmerò i contratti di utenza telefonica e per il gas. Entro Dicembre, aprirò anche il salone dedicato alla memoria di Gaetano Montanino, altra vittima di mafia così come Giuseppe". All'interno del salone, una volta a settimana, si terranno incontri a tema con le associazioni e i familiari degli oltre 300 morti innocenti, ammazzati 'per sbaglio' dalla camorra in Campania.

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