“Non sapevo delle assunzioni di Dello Ioio e Ruggiero alla Sint. Lo appresi solo dalle polemiche sollevate sui giornali, che con mia sorpresa pubblicarono le mie note di indirizzo ai dirigenti delle partecipate”. Questo uno dei passaggi più importanti del racconto in tribunale di Marilena Leone, dirigente del settore economico del Comune di Castellammare di Stabia, ascoltata ieri come teste dell’accusa (il pm è Rossella Annunziata) nel processo che vede imputato, dinanzi ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Torre Annunziata, anche l’ex sindaco Luigi Bobbio per abuso d’ufficio.

La Sint è la partecipata dell’Ente che detiene il patrimonio immobiliare delle Terme stabiesi ormai fallite. Bobbio è accusato dal pm di aver fatto ‘pressioni’ per far assumere in società, nel 2010, il suo autista Carmine Dello Ioio. Un’assunzione non conosciuta direttamente da Leone, a capo del comparto finanziario pubblico.

“Le mie erano solo valutazioni tecniche”, e comunque quegli ‘ingressi’ non erano vietati dalla legge. Anche perchè, come ricordato ieri dalla stessa Leone in tribunale, “la legge all’epoca non prevedeva alcun regolamento sulle assunzioni. Me ne occupai solo a partire dall’anno successivo”.

La ‘stretta’ finanziaria sui conti pubblici divenne infatti obbligo solo nel 2013, ma quelle due assunzioni ‘chiacchierate’   (oltre a Dello Ioio c’è anche Maurizio Ruggiero) diedero comunque adito ai revisori per formulare “una serie di referti direttamente indirizzati alla Corte dei Conti. In pratica – ha continuato Leone – si trattava di libroni illeggibili di oltre cento pagine. Loro facevano rilievi su tutto. All’epoca, a Castellammare, tra l’Amministrazione e il Collegio era una polemica continua. Si respirava un clima gestionale difficilissimo”.

Proprio il rapporto ‘burrascoso’ tra l’allora Collegio dei revisori (composto da De Martino, Iannone e dalla dottoressa Rosanò, ndr) e la classe politica di Castellammare è stata al centro della testimonianza: “Procedure esasperate, polemiche continue e querele – ha continuato la dipendente del Comune ascoltata dal pm - . Il conflitto non era solo con l’Ente ma pure interno agli stessi revisori. Ogni atto pubblico – ha poi concluso – era sempre accompagnato da una relazione di maggioranza e un’opinione diversa espressa dalla minoranza”.

Il processo sul caso ‘Sint’ continuerà in autunno con un’altra testimonianza ‘eccellente’: quella di Francesco De Vita. Il consulente e testimone di nozze di Bobbio deporrà come imputato in procedimento connesso, per il suo coinvolgimento nella ormai famosa ‘cabina di regia’. 

 

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