“Cinque giorni da inferno ad aspettare inutilmente cure adeguate per mia madre. Non le hanno dato nemmeno le cure di base. Per non vederla morire, l’abbiamo portata via”. E’ la denuncia di una donna di Gragnano, in ansia per le condizioni di salute della mamma, un’anziana di origini salernitane, ma residente nella città alle falde dei Monti Lattari.

Ricoverata qualche giorno fa per un inizio di soffocamento, le è stata diagnosticata (privatamente) una polmonite con versamento pleurico. Un’urgenza piuttosto seria, considerate anche le condizioni di salute dell’anziana, cardiopatica e di recente affetta anche da una leucemia linfatica cronica.

La donna fa il suo ingresso in pronto soccorso al San Leonardo di Castellammare. Al suo arrivo i familiari notano lo stallo del presidio. Anziani sulle barelle nei corridoi dell’ospedale, senza alcuna privacy. “Queste persone sono sole e abbandonate”, queste le parole pronunciate dai familiari della donna, rimasti all’esterno della struttura per evitare possibili rischi di contagio da covid.

“Abbiamo scoperto che non le hanno dato nemmeno la terapia di base che deve rigidamente seguire ogni giorno – ha raccontato la figlia dell’anziana -. Le confezioni di farmaci che avevamo consegnato ai medici erano ancora integre, dopo tre giorni. Dopo tutto questo tempo non si aveva alcuna certezza di quando la donna sarebbe potuta entrare nel reparto dedicato. Quindi, per non correre il rischio di vederla morire senza fare nulla, l’abbiamo portata altrove, a nostre spese”.

Uno scenario che evidenzia lo stato di emergenza in cui si trovano i pazienti ed anche le condizioni critiche alle quali sono sottoposti i medici, costretti a lavorare al limite dello stress vista l’emergenza costante che affligge l’ospedale. Il San Leonardo, d’altra parte, deve fare i conti con un’utenza che raggiunge quasi un milione di persone, dopo la scelta della Regione Campania di chiudere un anno fa il pronto soccorso a Vico Equense e a Gragnano.

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