“L’usuraio ti fa campare oggi, ma ti strozza domani. All’interno del territorio stabiese il fenomeno è dilagante. Ci scontriamo con una mentalità distorta per cui l’usura è la normalità. Lo scopo di Exodus ’94 non è soltanto prestare soldi a chi rischia di finire in mano ai delinquenti. Il nostro intervento è basato sulla prevenzione: vogliamo arrivare prima degli strozzini, intercettare le persone a rischio e aiutarle concretamente prima che imbocchino una strada senza ritorno”. 

A dichiararlo è Daniele Acampora, Presidente della Fondazione antiusura Exodus ’94 di Castellammare di Stabia. Ad oggi una tra le più antiche e punto di riferimento dell’area Sorrentino-Stabiese.

A contribuire all’incremento del reato di usura è il gioco d’azzardo. Quando lo strozzinaggio si lega a doppio filo con la ludopatia uscire dal baratro è ancora più complicato. Gratta e Vinci, Slot Machine e Bingo sono attività immorali legalizzate, promosse direttamente dallo Stato

“Se c’è il bisogno di spendere tempo e soldi nelle sale giochi è evidente ci sia un problema. In un’area dove è forte la presenza della criminalità e l’economia è depressa la gestione del denaro può essere del tutto distorta. Il punto è che sono attività legali, e quindi risulta più difficile scoraggiare le persone”, sottolinea Acampora.

La relazione pericolosa tra usura e gioco d’azzardo è acclarata da tempo: gli italiani spendono in un anno più di 100 miliardi in gioco d’azzardo. La Fondazione per prevenire il cristallizzarsi di questo inquietante binomio, parte dai ragazzi e dalle scuole.

Il team specializzato di Exodus ha creato un gioco dell’oca – destinato sia a bambini che adulti – pensato per indurre una riflessione sulle proprie abitudini finanziare e, soprattutto, sulle conseguenze di una cattiva gestione del denaro

Ma nei casi più gravi la prevenzione non è sufficiente: il ludopatico si è già rivolto allo strozzino, è indebitato fino al collo e non riesce a smettere. All’interno del programma di Exodus è previsto un percorso di svincolo dalla Ludopatia finalizzato al controllo della dipendenza.

A guidare i pazienti durante la terapia è la sociologa Alessandra Rosa Rosa. “Il programma è strutturato in un anno e prevede una serie di fasi. Sono previsti incontri sia individuali che di gruppo. La partecipazione della famiglia nel percorso di recupero è fondamentale. Nei pazienti soli il margine di successo è scarsissimo, nei casi più gravi si sceglie il suicidio”.

La dottoressa Rosa Rosa traccia l’identikit del ludopatico tipico. “In genere è un 40enne, padre di famiglia, sposato e con figli. Ma non è raro che siano anche i giovani a caderci. La ludopatia ha gli stessi effetti che provoca la dipendenza da stupefacenti. La produzione di dopamina è continua e subentra il bisogno compulsivo di giocare”.

Previsto il 21 ottobre l’evento “Famiglie un futuro che conta” rivolto a giovani e famiglie. Lo scopo è proteggere i più piccoli dai rischi del gioco indirizzandoli verso una gestione finanziaria virtuosa.

Sondaggio


Risultati



Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"