CASTELLAMMARE DI STABIA. Omicidio di Aldo Vuolo, arrivano gli sconti di pena in Appello. In secondo grado, tre condanne per l’agguato portato a termine dal gruppo di fuoco del clan D’Alessandro. Era il 23 marzo del 2009. Gli assassini sono gli stessi componenti del commando che pianificò un omicidio eccellente. Quello del consigliere comunale di Castellammare Luigi Tommasino, ucciso sotto i colpi della camorra stabiese un mese e mezzo prima.

LA SENTENZA. Per Renato Cavaliere, l’esecutore materiale dell’omicidio di Alduccio Vuolo ‘o nasone, è arrivato il riconoscimento delle attenuanti per i collaboratori di giustizia, con l'annullamento dell'ergastolo e la condanna a 18 anni di reclusione. Per Catello Romano (assistito dall'avvocato Francesco Schettino), il killer che era iscritto nelle liste del Pd e ora si è convertito al buddhismo, sono arrivati 23 anni di galera: uno sconto rispetto ai 30 del giudizio di primo grado. Infine, per l'altro pentito Salvatore Belviso, braccio destro del boss Vincenzo D’Alessandro, è arrivata una pena di 14 anni.

LA RICOSTRUZIONE. Il corpo di Aldo Vuolo rimase riverso nel negozio d’ortofrutta alla Caperrina, dove il pregiudicato cercò di nascondersi per evitare i proiettili. Macabra la scena: in basso, a terra, il cadavere con il sangue che si allargava sul pavimento; in alto, sugli scaffali, le uova di Pasqua con gli incarti colorati. Oltre che dell’omicidio di Aldo Vuolo, un passato come narcos, i tre imputati rispondono anche del tentato omicidio di un passante, che assistette per caso al delitto e venne inseguito dai killer in scooter lungo i tornanti di Salita Quisisana. Soltanto il destino volle che i sicari scivolarono, cadendo. Il passante riuscì quindi a evitare i proiettili. Il rocambolesco inseguimento fece in pratica lasciare la firma sul delitto da almeno uno dei killer. I poliziotti della Scientifica ritrovarono tracce di sangue e parte di un’impronta digitale sull’auto parcheggiata, contro cui era finito lo scooter dei sicari. L’impronta era di Romano. Per rialzarsi dalla caduta si era infatti appoggiato sulla macchina, lasciandovi il segno.

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