Al centro destra Gaetano Cimmino, come candidato sindaco a Castellammare, piace. Ma prima di dargli il via libera vorrebbe individuare nella società civile qualche altro nome da poter valutare. Il motivo sta nel fatto che un personaggio che non abbia un evidente passato politico possa convincere sia le altre forze moderate della città ad aggregarsi, sia, soprattutto, gli elettori i quali gradirebbero un "uomo nuovo" a Palazzo Farnese.

Essere stabiese, conoscere e vivere a pieno i problemi della città, una condotta integerrima e ad un alto profilo professionale sono i principali requisiti richiesti.

Requisiti che, inizialmente, erano stati rintracciati nel notaio Salvatore Di Martino. Il riconosciuto e blasonato professionista della città, marito dell'ex assessore al lavoro della giunta Bobbio, Rosanna Angiò, sarebbe stato il candidato ideale. Ma l'anzianità e qualche problema di salute accusato l'estate scorsa gli hanno impedito di accettare l'incarico.

Un'altra figura di alto profilo istituzionale poteva essere quella del generale di corpo d'armata dei carabinieri Giorgio Piccirillo. Corteggiato anche da anche altri movimenti politici cittadini più vicini al centro sinitra, l'ex direttore dell'AISI (agenzia informazioni e sicurezza interna) sembra che avrebbe declinato l'invito dopo la non esaltante esperienza da candidato alle ultime Regionali nella fila di Ncd. Il centro destra, dunque, sente l'esigenza di pescare dalla società civile stabiese un nome forte perché sa che se lo individuerà e raccoglierà attorno a lui delle liste competitive, vincere le amministrative a Castellammare non sarebbe un sogno.

Il problema, però, non sta soltanto nell'individuarlo e convincerlo ma anche nel farlo prima degli altri, specie di quell'area moderata che, silenziosamente, da un lato osserva gli altri e dall'altro cerca di organizzarsi per provare il colpaccio.

Piero Accardi


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