Castellammare. Emergenza covid, rivoluzione all’ospedale San Leonardo
Un’intera ala dedicata ai contagi. A gestirla il dottor Carmine Coppola, De Cicco si occuperà della subintensiva
16-11-2020 | di Redazione
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Un’intera ala dedicata al covid, il cui responsabile sarà il dottor Carmine Coppola.
L’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, dopo settimane di grande stress, è stato rimodulato in funzione dell’emergenza coronavirus. È già così per il reparto di Medicina, lo sarà a breve per quelli di Cardiologia e Neurologia. Inoltre, verrà allestito un altro pronto soccorso, nella zona “farmacia”, visto che quello attualmente in uso è destinato ad accogliere i pazienti covid.
A dirigerlo l’ex direttore di Medicina Interna, Epatologia ed Ecografia interventistica dell’ospedale di Gragnano Carmine Coppola. Sarà lui a gestire la parte clinica dei pazienti. Il dottore Pietro Di Cicco, invece, continuerà ad occuparsi dei pazienti in subintensiva.
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Nell’ala storica, invece, ci saranno tutti gli altri reparti per chi arriva con altre patologie e che comunque necessitano di cure. "Non possiamo permettere che i pazienti restino sulle ambulanze. Ormai arrivano in condizioni serie, non è come all'inizio. Pronti a tutto, senza fermarci mai”, ha spiegato la direttrice sanitaria del San Leonardo Rosalba Santarpia. Quando ha accettato l'incarico di dirigente del San Leonardo forse non si aspettava di trovarsi a gestire l'ospedale nel pieno di una epidemia mondiale. I morti aumentano, come i pazienti che arrivano in condizioni disperate. "Anche la sala mortuaria abbiamo dovuto riadattare. Sono servite nuove stanze". Un cambiamento che ora sta interessando l'intero ospedale. "Non siamo un Covid Hospital, ma fino a che la situazione non cambia dobbiamo curare questi pazienti come gli altri. Ognuno deve avere il suo posto letto e la sua terapia".
Allo stato attuale il nosocomio di Castellammare di Stabia è l'unico punto dopo la chiusura di Boscotrecase, Torre del Greco e Vico Equense. La dirigente Santarpia ha chiesto all'Asl 18 infermieri, 20 operatori sanitari e dei medici. "Non ci possiamo fermare – ha concluso la dottoressa - dobbiamo cercare di eliminare quelle ambulanze in attesa".
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