Castellammare. Estorsioni a Fincantieri: scontro in aula sulle intercettazioni. Quasi 2mila conversazioni, mai riversate nel fascicolo d’inchiesta, saranno trascritte e riascoltate alla prossima udienza del processo. A deciderlo sono stati ieri i giudici del Tribunale di Torre Annunziata, accogliendo la richiesta in aula degli avvocati Antonio de Martino ed Alfonso Piscino, legali dell’operaio Nicola Tramparulo. L'unico a processo, in uno stralcio del procedimento principale, scaturito dalla scelta del rito alternativo dopo il riconoscimento effettuato dalla vittima: un imprenditore napoletano, costituitosi parte civile insieme alla Fincantieri. Intanto, il pm ha chiesto la  condanna a 5 anni e 4 mesi per Tramparulo. Ma le nuove “telefoniche” più “ambientali” potrebbero scrivere una verità diversa sull’inchiesta.

L’INCHIESTA. Il 29 giugno scorso, 6 ordinanze di custodia in carcere colpirono altrettanti dipendenti e sindacalisti della Fincantieri di Castellammare di Stabia. Alla sbarra, adesso, Antonio Vollono, Francesco Amoroso, Catello Schettino, i fratelli Catello e Ferdinando Scarpato e Nicola Tramparulo. Tutti avrebbero taglieggiato ditte subappaltatrici dell'indotto legato all'attività industriale. Già 6 mesi prima, in seguito ad un'indagine interna, Fincantieri aveva licenziato tre operai indagati per lo stesso reato.

Secondo l’accusa, si arrivò persino a scioperi “pilotati”, manifestazioni lungo la statale 145 sorrentina e finalizzate alla paralisi. Il tutto in cambio di un posto di lavoro per parenti ed amici, con minacce nei confronti dei titolari di due aziende e dei loro familiari. Scioperi orditi – secondo gli esiti dell’inchiesta - da Antonio Vollono per costringere l’impresa a nuove assunzioni contrattuali.


Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"