Castellammare. “Chiedo scusa alla famiglia di Gino Tommasino. Il boss Vincenzo D’Alessandro mi lasciò libero di eliminare chi ci ostacolava e ci dava fastidio”. Così il pentito di camorra Renato Cavaliere ha ammesso le sue colpe ai giudici. Lo ha fatto oggi, collegato da un sito protetto e in videoconferenza nel corso del processo d’appello-bis sull’omicidio del consigliere comunale di Castellammare di Stabia. Luigi Tommasino fu ucciso con 13 colpi di pistola esplosi in strada, in pieno centro, il 3 febbraio 2009.

L’accusa, dopo le dichiarazioni spontanee del pentito, ha chiesto la condanna a 30 anni per Cavaliere e la conferma dell'ergastolo per l'altro imputato, il killer Catello Romano. Per entrambi in secondo grado era arrivato l'ergastolo. Ma dopo l'annullamento parziale della Cassazione (che aveva escluso l'aggravante di mafia) il processo è tornato in appello. Già condannati in via definitiva gli altri due killer, Salvatore Belviso e Raffaele Polito. La nuova sentenza sull’agguato al consigliere Pd arriverà solo in serata.


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