Castellammare. Ordini dal carcere per estorsioni e minacce, tre arresti nel clan D'Alessandro
Nel mirino degli investigatori il business delle scommesse e delle spiagge
04-06-2025 | di Redazione

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Estorsioni, minacce, armi e droga, tutto con l'aggravante del metodo mafioso. È questo il quadro che emerge dall’operazione condotta dalla Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che ha portato all’arresto di tre persone legate al clan D’Alessandro. L’azione repressiva è il frutto di indagini condotte sotto la direzione del pm Giuseppe Cimmarotta.
Nel mirino degli investigatori sono finiti Francesco Paolo Savarese, già detenuto, ma comunque attivo nell’organizzazione criminale: dal carcere, attraverso un cellulare utilizzato illegalmente, avrebbe impartito ordini ai complici in merito a estorsioni e gestione delle piazze di spaccio. Savarese è anche il marito di Mirian Teresa D'Alessandro, figlia del boss Luigi D’Alessandro, detenuto al 41 bis. Anche a lei è stata notificata un’ordinanza cautelare.
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Il terzo provvedimento ha riguardato Giovanni Cacace, anch’egli già in carcere per altri reati. Tutti e tre sono accusati di aver messo in piedi un sistema di intimidazione e violenza per garantirsi profitti in vari settori, tra cui le scommesse e persino il noleggio abusivo di sdraio e lettini su una spiaggia libera.
Tra gli episodi documentati dagli inquirenti: minacce estorsive contro un gestore di un lido abusivo, colpi d’arma da fuoco contro una tabaccheria per imporre il pizzo, e aggressioni nei confronti di un commerciante. A completare il quadro, diverse contestazioni per detenzione di droga a fini di spaccio.
Le accuse mosse dalla Direzione Distrettuale Antimafia includono: violenza privata, detenzione e porto illegale di arma da fuoco, estorsione, ricettazione, spaccio di sostanze stupefacenti e utilizzo illecito di telefoni cellulari da parte di detenuti. Tutti reati aggravati dal metodo mafioso, segno di un radicamento criminale che ancora oggi tenta di imporre la propria legge sul territorio stabiese.
L’inchiesta rappresenta un ulteriore colpo alla rete di interessi illeciti del clan D’Alessandro, da anni protagonista del malaffare nel comprensorio stabiese.
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