Castellammare. Associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata all'estorsione e a reati connessi: condanne per 120 anni di carcere ai danni di 14 imputati. Si è concluso così ieri in grado d’appello il processo “Easy mail”, apertosi a carico di 14 affiliati al clan Cesarano, la cosca del quartiere Ponte Persica che controlla il racket nel mercato dei fiori di Pompei.

In 4 hanno incassato le pene più severe: Antonio Inserra, alias ‘o guerriero, a cui sono stati inflitti 16 anni; Michele Onorato, detto ‘o pimontese, che dovrà scontare 15 anni (erano 18); Salvatore Sansone, che ha visto confermare i 16 anni inflittigli in primo grado, e Agostino Cascone, condannato a 10 anni e 8 mesi. Loro, insieme al reggente del clan Nicola Esposito, alias 'o mostro, erano considerati a capo del giro di estorsioni ai danni dei fioristi di Pompei. Diversi i reati contestati ai Cesarano nell’inchiesta condotta fina dal 2008 dalla Dda di Napoli. Anche la corruzione a pubblici ufficiali nel carcere di Poggioreale, con Inserra che pagava due secondini (poi condannati in primo grado) per ottenere cellulari e scambi di informazioni con l’esterno.

Condannati anche gli altri: Raffaele Cafiero a 8 anni e 8 mesi (erano 10), Francesco Solimene a 8 anni, Francesco Inserra e Francesco d'Assisi Inserra a 7 anni, Carmela Zurlo e Giovanni Corbelli 6 anni e 8 mesi, Oreste Corbelli, Anna Inserra e Michele Santarpia a 6 anni e Pasquale Cipollaro a 4 anni. Quasi tutti hanno ottenuto “sconti” rispetto al primo grado di giudizio.

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