“Ad oggi il San Leonardo ha registrato 13 casi di positività da Covid-19 su un fronte di circa 700 dipendenti. Tuttavia, non possiamo assistere inermi alla farneticazione di chiudere l’Ospedale”.

E’ quanto hanno affermato con una nota congiunta dai consiglieri di opposizione Francesco Iovino (PD), Eutalia Esposito (Partito Della Città), Tonino Scala (LeU), Andrea Di Martino (Italia Viva), Giovanni Nastelli (Uniti per Stabia) e Francesco Nappi (Movimento 5 Stelle).

Secondo i consiglieri, nel pieno dell’emergenza Coronavirus è “necessario affermare una operazione verità sull’Ospedale San Leonardo, rifuggendo da soliloqui, interviste ad arte, sentito dire da social, trappola nella quale, ahi noi, è caduto lo stesso Sindaco. Su questo terreno invitiamo anche la Dirigenza Asl a fare una eguale operazione verità”.

Al netto delle eccellenze riconosciute sul territorio, i consiglieri ammettono di “criticità cui si è dovuto forzatamente ovviare con la rimozione di figure apicali ma adesso è necessario che la politica eviti di essere partigiana ed assuma un ruolo di responsabilità. Il fuoco amico sul nostro nosocomio è inaccettabile, a maggior ragione se viene da chi ha ruoli istituzionali. È fuor di dubbio che vi debba essere un faro acceso sulla struttura perché è in ballo la salute dei cittadini ma è altrettanto giusto che si lavori per una migliore qualità, una crescita degli standard di efficienza ed operatività del San Leonardo e non verso il suo depauperamento ed, addirittura, una sua chiusura per una mera querelle politica di bassa lega”.

Difeso il lavoro degli operatori sanitari che da quasi due mesi stanno lavorando a ritmi frenetici per evitare il collasso. “Denigrare il lavoro di tutti e rappresentare il San Leonardo come luogo ‘non sicuro’ è oggettivamente un danno per la salute pubblica – ha concluso l’opposizione -. Invitiamo tutti, dai cittadini alle forze politiche di ogni livello istituzionale e colore politico, passando per le sigle sindacali, a far quadrato con questa dirigenza aziendale ed ospedaliera al fine di salvaguardare un patrimonio ad oggi inestimabile ma che, per il futuro, potrà rappresentare ancor più un incommensurabile punto di riferimento della sanità sul territorio e sul piano regionale”.

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