Castellammare, stalking a Quagliarella e Guido Lembo: colpo di scena a processo
Falso in atto pubblico, indagato l’ispettore che raccolse le denunce dei vip
10-06-2016 | di Salvatore Piro

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Castellammare. Stalking ai vip stabiesi: indagato per falso in atto pubblico G.A., all’epoca dei fatti (nel 2008), ispettore della polizia postale di Napoli che raccolse 4 denunce. Anche quelle delle vittime più illustri. Presentate dall’ex bomber del Napoli, Fabio Quagliarella, e dallo “chansonnier” caprese Guido Lembo.
Presunte modalità di acquisizione irregolari “senza che nemmeno fosse identificato il querelante, mai recatosi fisicamente negli uffici della postale e senza una ratifica”. Le denunce, secondo il pm della Procura di Torre Annunziata, Barbara Aprea, “passavano di mano in mano, bypassando la burocrazia e le regole elementari di legge”. E’ per questo che il pm, ieri in udienza, ha chiesto al giudice di bloccare l’esame come teste di G.A. (contraddettosi più volte) e di inviare gli atti in Procura a carico dell’ispettore. Ispettore che tornerà in tribunale a fine giugno, ma in compagnia di un avvocato. Perché da ieri è sotto inchiesta per fatti connessi.
Dopo l’ultimo colpo di scena a processo, alla sbarra resta il presunto “poliziotto stalker” della postale Raffaele Piccolo. Secondo l’accusa, dopo aver spedito lettere infamanti e sms minatori ai recapiti telefonici dei “famosi”, si fingeva amico delle vittime per risolvere la faccenda. Offerta fatta anche a Fabio Quagliarella, che dopo “quelle lettere in cui era scritto che ero un camorrista e un pedofilo (lettere spedite anche alla sede di Castel Volturno del Calcio Napoli, ndr)” decise di sporgere denuncia.
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“Querele che firmai davanti a Piccolo, nel retrobottega del negozio di telefonia del mio migliore amico, in viale Europa a Castellammare - aveva continuato l’ex centravanti della Nazionale ascoltato dai giudici - . Ma nessuna è mai partita. La vera denuncia l’ho fatta io, nel 2010, quando col mio avvocato ebbi i primi dubbi sul comportamento del poliziotto. Dove giocavo in quel momento? Il Napoli mi aveva venduto alla Juventus, proprio per quelle lettere. Prima De Laurentiis mi telefonava ogni giorno. Poi, a 3 mesi dalle fandonie, passai alla Juve. Ma io non ho mai chiesto di essere ceduto”.
Il tutto getterebbe “ombre” sulle complessive modalità d’indagine, seguite tra il 2008 e il 2010 dalla postale per risalire al vero responsabile. Anomalie nella ricezione delle denunce, anche via e-mail, erano già emerse dal racconto di un diverso testimone. Un altro sovrintendente della postale di Napoli. “Le querele che giungono via posta elettronica sono una sorta di pre-denuncia” ha affermato ieri al giudice Anastasio.
“Poi la persona offesa - ha continuato il teste - va sempre contattata di persona. Lo impone un protocollo. Deve venire da noi in ufficio per essere identificata”. Altri due professionisti di Castellammare di Stabia, ora parti civili a processo (e difesi, tra gli altri, dagli avvocati Vincenzo Propenso, Gennaro Bartolino e Piera Di Stefano), avrebbero spedito una pre-denuncia via e-mail nel 2008, dichiarando al contrario in tribunale di “non essere mai stati chiamati” per dare seguito a quelle segnalazioni.
In foto, l’ex attaccante del Napoli, Fabio Quagliarella, ascoltato come parte offesa il 14 gennaio 2016
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