CASTELLAMMARE. Licenziamenti “illegittimi” alla Terme di Stabia, 42 ex termali sperano nella riassunzione. A dare respiro ai dipendenti licenziati dopo il crac “Terme”, la municipalizzata del Comune fallita circa un anno fa per debiti vicini ai 14 milioni di euro, è stato ieri il giudice del Lavoro del Tribunale di Torre Annunziata Stefania Basso, che ha accolto l’impugnazione dei licenziamenti da parte dei lavoratori (difesi dall’avvocato Angelo Abignente, professore ordinario presso l’Università ‘Federico II’ di Napoli, ndr). “I dipendenti vanno riassunti dalla Sint (la partecipata che gestisce i beni delle Terme), in base alla riforma Fornero. Il licenziamento collettivo fu illegittimo”, la tesi del legale.

A scrivere la parola fine sarà il giudice, sentenza entro la metà del prossimo mese. La Sint, dopo aver presentato istanza per la sola restituzione dello stabilimento, ha più volte fatto sapere (tramite il suo avvocato) che la riassunzione non è “possibile, la società non ha in essere alcuna attività lavorativa”. A luglio gli ex termali hanno messo in mora la Sint, chiedendo l’attuazione del ‘trasferimento d’azienda’ in virtù di una convenzione stipulata negli anni ’70 tra le due partecipate e il Comune. Sint, invece, aveva chiesto la restituzione del compendio immobiliare senza forza lavoro. Da qui la vertenza dei lavoratori.

Nei mesi che hanno preceduto il fallimento, l’Amministrazione Pd dell’ex sindaco di Castellammare di Stabia, Nicola Cuomo, aveva predisposto un piano di rateizzazione del debito. Piano poi rigettato dal Tribunale. Più volte i termali hanno puntato il dito contro il cosiddetto concordato, contenente anche le garanzie offerte ai creditori. La proposta dell’Amministrazione, dopo aver passato un primo step, venne dichiarata inammissibile dal Tribunale Fallimentare.

Nella foto, gli ex termali in protesta il 2 marzo davanti al Tribunale 

 


Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"