Castellammare di Stabia. Inserire il waterfront di Castellammare tra le aree economiche speciali. E' la proposta che il gruppo consiliare 'Per Castellammare' lancia al Presidente della Regione Campania, al sindaco della città metropolitana, al sindaco di Castellammare ed all'autorità portuale. La città, il porto e il suo futuro i temi al centro di una proposta avanzata dai consiglieri Vozza e Zingone e illustrati oggi nel corso di una conferenza stampa. 

''Il tema del futuro dei porti della nostra regione, a partire da quelli centrali e importanti come Napoli e Salerno, passando poi per i più piccoli, ma comunque essenziali, e tra i quali va inserito Castellammare, è argomento che sta appassionando il dibattito politico, coinvolgendo personalità istituzionali e addetti ai lavori. Riteniamo - scrivono i consiglieri Vozza e Zingone -  che sarebbe un grave errore, quello che si commetterebbe: in modo particolare dimenticando il ruolo centrale del porto di Castellammare, delle sue opportunità di sviluppo, della sua naturale vocazione ad essere ago della bilancia tra i due golfi.

Dimenticare, o peggio ignorare con consapevolezza, Castellammare nell’ambito di questo discorso rischia di apparire incomprensibile dopo gli impegni assunti all’atto dell’ingresso di Castellammare e del suo porto nelle sfere di competenza dell’Autorità Portuale, a quelli ribaditi anche in sede nazionale e regionale per il rilancio del Cantiere navale. Non considerare i danni subiti per effetto del Sarno, sarebbe davvero ingeneroso: Una città di mare a cui il mare è stato negato.  

Inserire la nostra città e i suoi porti tra le aree che potrebbero usufruire dei benefici delle zone economiche speciali appare un atto coerente e giusto. Come abbiamo avuto modo di sottolineare e, come faremo, anche nei prossimi giorni, lo sforzo sarà quello di centrare sul rapporto con il mare le condizioni strutturali della riqualificazione urbana, innanzitutto con la ridefinizione del waterfront della città, ma anche con l’individuazione di nuove aree della costa da riqualificare, in particolare quelle del porto commerciale e quelle lungo Corso De Gasperi. 

Da un lato un porto turistico di alta qualità -  proseguono - senza alcun rapporto con le realtà urbane circostanti o assediato da attività di bassa qualità ambientale, infrastrutturale, edilizia; enclave diportistiche poco sostenibili in termini logistici e di reale vivibilità cittadina; un litorale ed un arenile con rilevanti problemi ambientali; un porto commerciale con carenti dotazione di strutture direzionali e servizi e che necessita di evidenti interventi di riconversione dei manufatti esistenti; un centro antico che da anni versa in condizioni di abbandono con strutture pericolanti che generano situazioni di pericolo per la pubblica e privata incolumità. 

Bisogna, dunque, far crescere iniziative e sostenere operazioni che sappiano instaurare un più stretto rapporto fisico con la città, una continuità con i suoi tessuti, un riavvicinamento all’acqua dei suoi confini. La trasformazione riveste un carattere strategico per la riqualificazione urbana e ambientale, per il riposizionamento a livello di armatura urbana e di offerta di strutture turistiche. In quest’ottica, gli interventi sono inquadrati come l'occasione per avviare un processo di “saldatura urbana” tra i “due porti”, tra il centro storico della città, il cantiere navale, l’area termale, restituendo alla cittadinanza, con l'avvio del recupero e la trasformazione di Corso De Gasperi, la visione ed il godimento dell’area marittima.

Castellammare - concludono Vozza e Zingone - è oggi una città in difficoltà ed ha bisogno anche della certezza che si metta in campo uno sforzo per non perdere le risorse che possono arrivare dai livelli regionale, nazionale e europeo; e insieme ha bisogno di un progetto di rilancio che appassioni, per coinvolgere energie, competenze, giovani, associazioni, sindacati e forze imprenditoriali private''.

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