BOSCOREALE. “Il processo Cava Sari è stato repressivo, fatto di intimidazioni volute dall’alto e di perquisizioni. Volevano strumentalizzare la nostra lotta. Il pd, la politica? Con noi non c’entrano niente. E’ stata una rivolta popolare. Alla fine siamo stati assolti, grazie al LegalTeam, ma solidarietà ai 7 manifestanti condannati”. Esplode affidata ad un lungo comunicato e ad una conferenza stampa la reazione dei portavoce del “Movimento Difesa del Territorio Area Vesuviana”. La replica è alla sentenza che ieri, in primo grado, ha scagionato 12 attivisti, accusati a vario titolo dalla Procura di minacce, resistenza e interruzione di pubblico servizio nel corso della rivolta popolare anti-rifiuti scatenatasi nel 2010 sulla ‘Panoramica’, al confine tra Boscoreale e Terzigno (vedi link correlati).

“Nel 2010 – hanno proseguito alcuni manifestanti  – cominciarono le intercettazioni a carico del Movimento. L’intercettazione venne autorizzata dalla DDA di Napoli. Era chiaro, da subito, che l’intento della Procura era quello di criminalizzare la lotta, colpendo coloro che più si esponevano contro il passaggio dei tir ‘trasportatori di veleni’ in discarica”. Secondo gli attivisti i magistrati avrebbero spinto per “trovare un collegamento tra la camorra ed il 'Movimento' stesso con riferimento ai disordini di Terzigno nel periodo dell’acme della protesta. Collegamento che non esisteva. Infatti, le intercettazioni non entrarono a processo”.

Nella foto, un momento della conferenza presso la sede de “La Stazione” di Boscoreale 

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La sentenza