Cava Sari, pm "smonta" accuse: ecco tutta la requisitoria
"Clima teso, ma molti reati non commessi". I Comitati: "Processo nato da responsabilità politiche"
12-01-2016 | di Salvatore Piro
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TERZIGNO. “Nel 2010 a Cava Sari il clima era teso, l’atmosfera elettrica, ma i ragazzi dei Comitati molti reati non li hanno commessi”. E’ perentorio il pm della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, Marco Mansi, che nella sua requisitoria “smonta” in Tribunale le accuse di minacce, resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e diffusione di notizie false, chiedendo l’assoluzione piena per 9 dei 20 attivisti del “Movimento Vesuviano anti-discarica”: tutti a processo per l’autunno caldo di protesta sulla rotonda della “Panoramica”.
Gli attivisti cercavano, anche con il blocco dei binari della Circumvesuviana di Trecase, e occupando la sede del Comune di Boscoreale in piazza Pace (anche qui, per l’accusa, non ci fu reato, perché i ragazzi “si stopparono all’ingresso, esponendo solo uno striscione di protesta al balcone”) di fermare i tir pieni di “rifiuti tossici” in arrivo da tutta la Provincia per essere sversati a Cava Sari (in foto), nel pieno del “Parco Nazionale del Vesuvio”.
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“Le nostre mele crescevano col naso di Pinocchio. Le mamme, per proteggere i loro bimbi, bloccavano i camion col Rosario in mano” le strazianti testimonianze raccolte in Aula, dopo 5 anni di indagini, dal Collegio della seconda sezione penale del Tribunale di Torre Annunziata (presidente Antonio Pepe).
LE RICHIESTE. Racconti “convicenti” per il pm, che ha quindi chiesto ai giudici di condannare soli 10 imputati: da un massimo di 1 anno ed 8 mesi a un minimo di 3 mesi le richieste della pubblica accusa.
Il pm ha invece chiesto ai giudici di assolvere il professore universitario Angelo Maria Genovese. Per l’inchiesta, il professore minacciò tre poliziotti in Piazza Pace: “V’aggià venì a piglià fino a casa” la frase incriminata, ricostruita come presunta “ritorsione” dopo alcune perquisizioni subite in casa. Richiesta di assoluzione con formula piena anche per Teresa e Salvatore Cirillo, Pasquale Colella, Salvatore Alasci, Francesco Galasso, Virginia Casillo, Luigi Casciello, Vincenzo Iandolo e Felice Di Matteo.
Difesi dal collegio di avvocati (composto dai legali Liana Nesta, Cristian Valle, Giorgio Bonamassa e Daniela Torro) quasi tutti oggi si dicono "soddisfatti". Qualcuno però, uscendo dal Tribunale, commenta amaro: “Lo sapevano fin dall’inizio. Questo processo è nato da chiare ed evidenti responsabilità politiche”.
LA DIFESA. Tra i legali è invece l’avvocato Liana Nesta a dichiarare alla stampa di sentirsi “solo in parte appagata, perché tutti sono innocenti. Lo dimostreremo prima della sentenza (in arrivo il prossimo 23 febbraio, ndr). Un pensiero particolare va a chi, tra coloro che hanno ‘combattuto’ a Cava Sari, oggi non c’è più: Luigi Casciello”. Anche per Casciello, deceduto nel corso del processo, il pm oggi avrebbe chiesto la piena assoluzione.
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