“A breve termineranno i lavori a via Andolfi. Quando aprirà la struttura bisognerà controllare che tra le assunzioni non ci sia nessuna riconducibile a tecnici o dirigenti noti”. Il consigliere di maggioranza, Francesco Donadio, alza, nuovamente, il livello di guardia sulla assunzioni nello store di Leroy Merlin e del centro commerciale di via Andolfi alla periferia di Torre Annunziata che dovrebbero tra non molto. Lo fa, a suo dire, “guardando agli espulsi dal ciclo produttivo e a tutti quei giovani che non hanno santi in paradiso ma che meritano anche loro un’occasione per poter lavorare e vivere”.

Le occasioni di occupazione in città, si sa, sono molto rare. A più riprese, nel corso degli anni, si è polemizzato sugli insediamenti produttivi nella zona di Rovigliano che avrebbero dovuto sostituire, almeno sul versante dell’occupazione, le vecchie industrie siderurgiche ma non ci sono mai riusciti. Le assunzioni, tanto sperate e secondo alcuni “anche vincolate da contratti tra l’Ente e le aziende”, infatti, non ci sono state nei numeri immaginati, escludendo i tanti lavoratori già fuoriusciti dalle vecchie industrie pesanti all’inizio degli anni ’90.

Con la crisi della nautica e la dismissione di alcuni cantieri, però, anche il sogno del rilancio industriale di quella zona è iniziato a svanire. Nonostante le promesse, soprattutto in concomitanza con tornate elettorali importanti, fino ad oggi, all’orizzonte oplontino si scorge, quasi come la panacea di ogni male, solo l’apertura del centro commerciale di via Andolfi.

“Alcuni omonimi di consiglieri comunali torresi – continua Donadio – sono stati scartati alle selezioni, nonostante il curriculum, solo per il cognome che hanno. Se tutti hanno pari possibilità, vuol dire che faremo ben attenzione alle parentele dei nuovi assunti”.

Inoltre, promette, “porteremo avanti questa battaglia. È una questione di civiltà. Le recenti inchieste dimostrano, nonostante non ce ne fosse bisogno, che spesso i politici sono solo uno specchio per le allodole. Molte cose vengono fatte in segrete stanze a loro insaputa”.

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