Che futuro per la Serie A? Le ipotesi attuali
Tutti gli scenari possibili dopo l'emergenza coronavirus
26-03-2020 | di contenuto
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L’emergenza Coronavirus ha costretto il campionato di Serie A ad una sosta che, al momento, sembra non avere ancora una data di fine. Prima dello stop la Juventus, vera favorita per lo scudetto come dimostrano le quote NetBet, era riuscita a riportarsi al primo posto in classifica, seguita dalla sorprendente Lazio e dall’Inter. Al momento, però, non si possono fare previsioni circa un ripristino della normalità, anche per quanto riguarda il calcio giocato.
La spaccatura tra le squadre
L’assemblea di Lega andata in scena nelle scorse ore ha mostrato una volta in più la spaccatura all'interno delle squadre di Serie A. E c'è un fronte che sta sempre più crescendo, quello di chi pensa che il campionato 2019/20 debba considerarsi finito per pensare direttamente alla prossima stagione. Una decisione che andrà presa intorno a metà aprile: andando oltre si condizionerebbe anche l'annata 2020/21.
Nella migliore delle ipotesi riprendendo gli allenamenti a fine aprile e dando dieci-quindici giorni ai giocatori di ritrovare una forma fisica accettabile si ripartirebbe il 9 o il 16 maggio andando a fine il campionato entro fine giugno dando pure spazio alle coppe europee (in forma ridotta, ed è un capitolo a parte).
Convince meno l'ipotesi Uefa di tornare a giocare a inizio giugno per finire i campionati entro metà luglio e poi concludere rapidamente le coppe: la nuova stagione verrebbe condizionata in modo troppo pesante.
Campionato chiuso?
Il fronte che sembra spingere di più è quello della chiusura del campionato. Molti stranieri sono andati all'estero e chissà quando tornano. Il coronavirus ormai è un problema mondiale, non solo italiano (o cinese). Fra i venti club della Serie A c'è chi vuole tornare in campo a tutti costi, magari giocando a giugno e luglio (fra questi c'è anche De Siervo, AD della Lega) ma c'è anche pensa, e forse anche spera, che la stagione sia chiusa qui.
Se la Serie A non riparte, l’ipotesi principale per l’esito del campionato è la cristallizzazione dell’attuale classifica. Se entro Pasqua ci saranno notizie migliori si tornerà a parlare di ripresa: si parla di due settimane almeno per riattivare i muscoli e recuperare la condizione e (ri)inizio di campionato fissato a maggio, più facilmente tra il 9 e il 16, con una distribuzione dei turni ancora da definire nel dettagli.
Se, al contrario, la situazione non dovesse migliorare e dunque ci dovesse essere un nuovo prolungamento della sospensione di ogni attività, il tempo per la ripresa difficilmente permetterebbe la conclusione delle competizioni nonostante lo spostamento dell’Europeo al prossimo anno. A quel punto la possibilità che appare più concreta ad oggi (tra le diverse formulate, compresa quella riguardante eventuali playoff e playout) sarebbe il “nulla di fatto”: scudetto non assegnato, retrocessioni bloccate e due promozioni dalla Serie B, con la Serie A 2020/2021 che diverrebbe composta da 22 squadra.
Il danno economico
Tra le tante ipotesi bisogna anche considerare il danno economico che si andrebbe a creare se la Serie A non riprendesse. Secondo alcuni dati, ci sarebbero perdite fra i 170 ed i 720 milioni di euro per la Serie A. Fra i 150 e i 200 per la B. Fra i 20 e gli 84 per la C. Nella peggiore delle ipotesi, un miliardo di euro in totale, senza contare i Dilettanti.
Queste sono le stime dei danni che, le varie Leghe, attraverso studi specializzati, hanno ipotizzato a causa dello stop della stagione calcistica, e della sua durata. I dossier sono arrivati al presidente federale Gravina che, in call conference, nelle ultime ore ha parlato proprio con i presidenti delle Leghe: Dal Pino per la A, Balata per la B, Ghirelli per la C e Sibilia per i Dilettanti. C'è da dire che le stime fatte dalla Federcalcio sono inferiori, e da un miliardo di euro scendono a 700 milioni circa, e su questi numeri si è ragionato. La Lega di Serie A ha presentato un documento che verte su sei punti in particolare per affrontare la crisi: costo del lavoro, norme speciali, liquidità, nuove fonti di finanziamento, infrastrutture e diritti tv.
In ogni caso Gravina parlerà in tempi strettissimi con il Ministro dello Sport Spadafora e, al Governo, per il momento verranno presentate solo le priorità sul tema dell'emergenza, e cioè le iniziative per fronteggiare la crisi di liquidità sul breve periodo.
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