Chi sono le donne che lavorano al telefono erotico?
Analisi del fenomeno dal punto di vista lavorativo, sociale e psicologico
15-12-2017 | di publiredazionale
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Si tratta di una moda iniziata negli anni Novanta, ma c'è voluto poco tempo per capire che in realtà quello che si stava andando a radicare non era una fenomeno di passaggio: il mondo dei telefoni erotici, nato in un periodo in cui la crescita economica era ancora forte e lo spirito di iniziativa non era da meno, è diventato ormai un servizio ben strutturato, radicato e accessibile a chiunque.
Parliamo di un settore sicuramente diverso dagli altri, visto e considerato che "gioca" con gli istinti più intimi di ciascuno di noi. E forse è proprio per questo che è sopravvissuto nel corso degli anni, superando indenne la prova della crisi economica e l'ostacolo rappresentato da alcune frange religiose e politiche: perché in fondo, gli istinti, i bisogni e i desideri umani sono fondamentalmente gli stessi di sempre. E se ieri c'erano uomini alla ricerca del divertimento facile, oggi giorno le cose non possono che essere uguali.
In tutto ciò, a reggere il peso della questione, nonché a rappresentarne la vera linfa vitale, sono le donne che nei telefoni erotici ci lavorano. Donne, queste, che per un motivo o per un altro hanno deciso di intraprendere una carriera diversa dal solito. Donne che hanno deciso di mettersi alle spalle i diktat e i tabù che connotano l'Italia, e che hanno deciso di pensare solo ed esclusivamente a loro stesse. Alle loro necessità, ai loro gusti, alle loro attitudini e alle loro aspirazioni.
A differenza di quel che si potrebbe pensare e al netto dei giudizi, infatti, i numeri erotici costituiscono nella loro particolarità una forma di emancipazione sociale perché restituiscono al gentil sesso il potere di decidere delle sue sorti.
Ma esattamente chi sono queste operatrici e perché mai hanno deciso di imboccare una strada così di nicchia e per alcuni così opinabile? In realtà non esiste l'identikit perfetto della telefonista erotica, in quanto dietro questi paraventi, dietro le cornette telefoniche, dietro quegli 899 che compaiono nelle pubblicità, v'è un'ampia varietà di donne.
Alcune di loro per esempio sono delle ragazze che vuoi per motivi di studio, vuoi per il desiderio di andare a vivere da sole o vuoi per la necessità di pagarsi tutta una serie di sfizi personali, hanno visto nel telefono erotico un'occasione per poter costruire un minimo di indipendenza economica. Sono ragazze che non necessariamente si riescono a identificare, in quanto molte di loro, anzi, la gran parte di loro, è solita "nascondersi" bene nella vita condotta al di fuori dei centralini: per dirla tutta, una di loro potrebbe anche essere la nostra vicina di casa, o la cassiera che lavora part-time al supermercato, o quella che incrociamo di sfuggita in un parcheggio. Difficile insomma che si riesca a capire la reale identità di queste operatrici, perché non è detto che la loro sensualità e la loro trasgressione
venga necessariamente trasmessa nella normale quotidianità.
Curioso a pensarsi, ma nelle linee erotiche vi lavorano anche parecchie mamme. Parliamo di donne che hanno un marito, o che un marito ce l'hanno avuto, e che nella vita di tutti i giorni devono badare ai loro figli. Capita a volte di imbattersi in mamme che o perché rimaste single o perché annoiate della loro vita, decidono di intraprendere la carriera della telefonista erotica in totale segreto: magari aspettano che il marito si rechi a lavoro e che i figli vadano a scuola per voltare pagina e aprire un capitolo di vita che conoscono solo loro, e che a fatica tentano di far convivere parallelamente a tutto il resto. Al di là dei giudizi che si possono avere su di loro, queste donne per certi versi sono delle vere eroine visto e considerato che riescono a portare avanti una doppia vita ai limiti dell'immaginabile.
Dopo di che ci sono anche molte donne che questo mestiere lo fanno non tanto per una questione di soldi né per una questione di noia (come visto nei casi precedenti), ma perché, più semplicemente, vogliono fare un lavoro che le diverta e che le faccia guadagnare parecchio. Questa è la categoria preponderante, e infatti uno dei motivi per cui questi numeri vanno tanto per la maggiore è legato alla determinazione che le operatrici mettono nel loro mestiere: queste donne sono talmente convinte di quel che fanno - tanto da trovarvi appagamento a 360 gradi - che quello che fanno lo fanno bene. Per intenderci, non lo fanno perché costrette da qualcuno o da qualcosa, ma lo fanno perché a loro piace. E si sa che laddove nel proprio lavoro ci si mette passione, alla fine anche il "prodotto" finale sarà un prodotto di alta qualità!
Insomma, la platea di donne che lavora in questi centralini è piuttosto diversificata.
In un’Italia afflitta dalla crisi economica e dalla disoccupazione galoppante, il business degli 899 erotici, oltre che essere un nodo di riscatto sociale e di genere, è diventato per forza di cose un ammortizzatore sociale a tutti gli effetti, uno scudo anti-crisi efficace come non mai. L'occasione perfetta per fare soldi e rispondere così a una mancanza di valide alternative. Come accennato, però, la stragrande maggioranza delle operatrici fa questo mestiere anche perché attratta dal sesso e dal contatto con gli uomini: fare la telefonista porno solo per soldi, senza quindi che alla base vi sia un minimo di interesse e di capacità, nel lungo corso non paga. E non paga perché chi sta dall'altra parte deve poter sentire il calore e il coinvolgimento della donna, altrimenti, come vuole la legge del mercato, non chiama più e si sposta "da un'altra parte".
Si ringrazia per la collaborazione a questa inchiesta lo staff del sito telerotico69.it:
www.telerotico69.it
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