“Basta promesse, vogliamo impegni concreti. C’è in gioco il destino di centinaia di famiglie. Vogliano che il sindaco ci dia risposte chiare”.

E’ lo sfogo di Emmanuele Sindona, portavoce dei lavoratori del Centro Medio Polispecialistico di Torre Annunziata che hanno creato il “Comitato Lavoratori Cmo – Art. 32 Libertà & Salute”. Nella giornata di giovedì 30 agosto una delegazione di dipendenti si è radunata dinanzi gli uffici comunali di via Provinciale Schiti a Rovigliano per chiedere che vengano adottati provvedimenti urgenti e tangibili per scongiurare i licenziamenti annunciati dai vertici del Cmo.

E’ stata l’occasione per rendere noto ai cittadini di Torre Annunziata delle prossime iniziative che il comitato organizzerà per tenere alta l’attenzione sul destino di centinaia di famiglie, in bilico per i licenziamenti che tra qualche giorno inizieranno ad essere esecutivi: ad iniziare dall’incontro con i sindacati, previsto per il 7 settembre.

La speranza risiede tutta nella concessione edilizia in sanatoria: un parere di un tecnico super partes nominato dal sindaco Vincenzo Ascione – non sarà il capo dell’ufficio tecnico comunale, coimputato nella vicenda legata alla chiusura del plesso di medicina nucleare – potrebbe far riaprire la struttura, scongiurando così i 70 licenziamenti annunciati ad inizio agosto dai vertici del Cmo.

“Il sindaco ci ha dato garanzie verbali ma non è abbastanza. Vogliamo conoscere con esattezza quale sarà il nostro destino, sia in positivo che in negativo – ha continuato Sindona. Nel nostro programma abbiamo intenzione di inserire manifestazioni, azioni di sensibilizzazione, proteste. Ci piange il cuore per i colleghi che tra qualche giorno torneranno a casa senza un lavoro. Noi non li lasceremo soli ma le parole da sole non bastano. Si è creata una situazione di stallo che ha messo noi lavoratori in un ‘limbo’ di incertezza, per noi e le nostre famiglie. Una risposta, anche non positiva, ci mette nelle condizioni di superare questa fase di lenta agonia e di avere certezza del nostro futuro. Qualunque esso sia”.

Decine di dipendenti presenti alla conferenza stampa, ma anche pazienti che grazie al Cmo hanno avuto le cure necessarie per tornare a nuova vita. E’ proprio su questo che intendono far leva i lavoratori: “Non sappiamo cosa fare – spiega Emilio Nasti, un dipendente del Cmo – siamo disperati. Speriamo che anche la cittadinanza ascolti il nostro appello e ci dia una mano a conoscere il nostro futuro”.

Un futuro che, almeno per ora, non prevede certezze. L’unica certezza è la risposta dei cittadini che in massa hanno manifestato grande solidarietà nei confronti dell’azienda e dei dipendenti coinvolti nelle procedure di esubero: “La risposta dei cittadini è stata forte – ha dichiarato Alessandro Balzano, un altro dipendente del Cmo - perché hanno riconosciuto all’azienda il grande lavoro svolto sul campo. Noi speriamo che la situazione si risolva perché ci crediamo, ma al momento non c’è nulla di concreto, solo promesse non mantenute. E nel frattempo la gente andrà a casa senza un lavoro”.

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