Ciro Immobile non ha mai rinnegato Torre Annunziata. Il bomber oplontino ricorda con nostalgia l'adolescenza passata ad inseguire un pallone tra i vicoletti oplontini. Anche se è cresciuto in una zona difficile, non dimentica le sue radici. La sua città del cuore, nel bene o nel male, lo ha aiutato ad affrontare ogni difficoltà a testa alta, senza mai arrendersi.

Immobile racconta senza filtri le difficoltà di vivere a Torre Annunziata, senza mai però rinnegarla. "È vero, è così. Non abitavo in una zona bellissima di Torre Annunziata. Vengo da una famiglia molto umile. Mi ricordo che sarebbe potuto succedere di tutto ogni giorno. È una realtà difficile, ma se tu hai la testa giusta e vai avanti per la tua strada, puoi percorrerla senza intoppi".

Tanti i sacrifici fatti dal bomber per arrivare in cima. L'infanzia e l'adolescenza non sono state come quelle di un ragazzino qualunque. Ciro inseguiva un sogno e solo il rigore e la disciplina gli avrebbero consentito di raggiungere l'ambita Serie A. "La giornata era sempre la stessa: scuola al mattino, a pranzo un panino sulla Circumvesuviana e allenamento il pomeriggio. Se ho la sensazione di essermi perso qualcosa della mia infanzia o adolescenza? Quando vivi certi momenti non ci pensi, perché in fondo giochi a calcio, ti sbatti, ma lo fai per realizzare il sogno che hai nel cassetto. Oggi ovviamente rifletto sul fatto che la mia vita è sempre stata impegno e programmazione, ma ammetto di non aver mai pensato: 'Oggi salto gli allenamenti e esco con gli amici'. Il dovere per me è sempre venuto prima di tutto".

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