Cisterne al porto di Torre Annunziata: un cavillo potrebbe riattivare i lavori della Isecold
Clima di tensione al tavolo tecnico del 9 luglio: la Regione Campania potrebbe chiedere all’azienda un’integrazione alla documentazione, pagando una sanzione
24-06-2019 | di Marco De Rosa
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“C’è una norma che consente alla Isecold di chiedere un’integrazione alla documentazione e di continuare nell’ampliamento del deposito di idrocarburi all’interno del porto di Torre Annunziata”. A dirlo è l’ingegnere Nunzio Ariano, dirigente dell’ufficio tecnico comunale oplontino, in vista della conferenza di servizi in programma martedì 9 luglio in Regione Campania.
Alla conferenza prenderanno parte il comune di Torre Annunziata, l’ufficio tecnico comunale, i vertici della Isecold, l’Arpac e la Capitaneria di Porto. Sarà a questo tavolo che la Regione Campania dovrà prendere una decisione: confermare l’annullamento e ordinando il ripristino dello stato dei luoghi, oppure chiedere alla Isecold di produrre una nuova verifica di assoggettabilità a Via (verifica di impatto ambientale, ndr). In ogni caso, all’azienda potrebbe essere comminata una sanzione pecuniaria, per aver finora agito senza il documento in questione, così come prevede l’articolo 29 del D.lgs. 152/2006.
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L’art. 29 del D.lgs. 152/2006. Secondo il Testo Unico Ambiente, infatti, si certifica l’operato finora condotto dall’ufficio tecnico comunale, in quanto “i provvedimenti di autorizzazione di un progetto adottati senza la verifica di assoggettabilità a Via o senza la Via, ove prescritte, sono annullabili per violazione di legge. Qualora siano accertati inadempimenti o violazioni delle condizioni ambientali, l’autorità competente (in questo caso la Regione Campania, ndr) procede alla diffida, assegnando un termine entro il quale devono essere eliminate le inosservanze, alla sospensione a tempo determinato delle attività, fino alla revoca del provvedimento di verifica di assoggettabilità a Via”.
Nello specifico poi, “nel caso di progetti già realizzati o in corso di realizzazione, l’autorità competente assegna un termine all’interessato entro il quale avviare un nuovo procedimento e può consentire la prosecuzione dei lavori o delle attività a condizione che tale prosecuzione avvenga in termini di sicurezza con riguardo agli eventuali rischi sanitari, ambientali o per il patrimonio culturale. Nel caso in cui il nuovo provvedimento di Via abbia esito negativo, l’autorità competente dispone la demolizione delle opere realizzate e il ripristino dello stato dei luoghi e della situazione ambientale a cura e spese del responsabile, definendone i termini e le modalità. Infine, qualora si accerti il reato, chiunque realizza un progetto senza la Via o senza verifica di assoggettabilità a Via, è punito con una sanzione da 35mila a 100mila euro. Una sanzione che va da 20mila a 80mila euro per chi, pur essendo in possesso dei requisiti richiesti, non ne osserva le condizioni ambientali”.
La palla passa quindi alla Regione Campania: toccherà ai vertici di Palazzo Santa Lucia stabilire se esistano o meno i presupposti per ampliare il deposito di idrocarburi all’interno del porto di Torre Annunziata.
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