Cisterne al porto di Torre Annunziata: arriva la svolta.

L’ufficio tecnico comunale blocca i lavori di ampliamento del deposito di idrocarburi all’interno dell’area portuale e sancisce un’importante vittoria nella battaglia ambientale che sta coinvolgendo centinaia di cittadini.

Protocollata la revoca del permesso a costruire della Isecold, firmata dal capo dell’utc Nunzio Ariano. “Si tratta di un primo passo importante, ma siamo consapevoli che la Isecold probabilmente presenterà un ricorso. Allo stato attuale però mancano gli atti per poter proseguire, quindi abbiamo fatto tutto secondo le normative vigenti”.

L’atto in questione è la verifica di assoggettabilità (o screening): è una procedura finalizzata ad accertare se un piano o un programma debba o meno essere assoggettato alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica. La procedura è regolamentata D.Lgs.152/2006: “Per i serbatoi di stoccaggio di prodotti petroliferi e chimici pericolosi superiori a mille metri cubi – ha spiegato l’ingegnere Ariano – va presentato questo documento”. Senza la verifica di assoggettabilità, in sostanza, la commissione non può stabilire se ci sia il bisogno del “Via”, il certificato di verifica impatto ambientale.

Una svolta quasi quattro anni dopo l’approvazione del progetto. I lavori alle cisterne non devono continuare. Nel frattempo i legali della Isecold avranno 60 giorni di tempo per presentare un ricorso. E il comitato Salera, tra i protagonisti principali della protesta cittadina, esulta: “Se il cantiere non viene smantellato ci appelleremo alla Corte Europea dei diritti dell'uomo perché cisterne di quelle dimensioni così a ridosso delle abitazioni non possono starci”, ha tuonato Marianeve Canciello.

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