Un confronto sulla ‘Città Vesuviana’, quella che morfologicamente accomuna i paesi al sud delle pendici del Vesuvio e che potrebbe essere una delle aree della costruenda Città Metropolitana. È stato il tema del dibattito organizzato dall’associazione ‘Riformisti nel Mezzogiorno’, di Torre Annunziata, nell’aula magna del Liceo artistico De Chirico.

Occorre mettere in rete le risorse ambientali, culturali, religiose ed alimentari. È questo l’obiettivo a cui aspirare per formare una comunità compatta”. Ad introdurre l’iniziativa la coordinatrice dell’associazione, Isabella Manzo, che ha passato in rassegna le quattro aree partendo proprio dal mare che “è una risorsa la cui valorizzazione è indispensabile per il rilancio del territorio. Il pieno utilizzo del porto di Torre Annunziata permetterebbe di favorire l’affluenza turistica, considerata la posizione strategica”. Non è solo la città oplontina ma tutte le altre città “devono far leva sulle proprie potenzialità per rilanciare la propria economia”.

Le stesse “potenzialità del territorio” su cui ha scommesso l’imprenditore Giuseppe Sorrentino che seguendo il lavoro di viticoltore del padre ha scelto di restare ai piedi ‘della montagna’ nonostante, ha detto, “le tante difficoltà e gap che si palesano nella competizione sui vini con paesi come la Francia, gli Stati Uniti, l’Australia e il Perù. Problematiche che, sebbene differenti, riscontra facilmente un turista quando passeggia nei nostri territori: dall’incuria alle strade disastrate finendo alle indicazioni stradali, per citarne qualcuno. Noi abbiamo poco amore per la nostra terra e la conosciamo poco, lo dimostra il fatto che ad un visitatore spesso non riusciamo a rispondere se ci chiede cosa visitare. Situazione completamente opposta se andiamo all’estero”.

Ma se il tema è il rilancio del territorio, anche l’architettura statale e normativa gioca la sua parte in questo. Ad evidenziarlo è stato l’urbanista Bruno Discepolo con l’excursus proprio sul percorso che si sta facendo per la Città Metropolitana di Napoli dove il fine più evidente “sarà giungere all’elezione del sindaco con voto universale e non come accade adesso, che il primo cittadino di Napoli governa, in automatico, su oltre 3 milioni di persone”. Questa delle città metropolitane “è una sfida storica che ci avvicina ai grandi cambiamenti che stanno avvenendo nel mondo. Se si esclude Roma e Milano, le altre città italiane non superavano un milione di abitanti, divenendo di fatto piccole nel confronto con i grandi centri europei e mondiali”.

Questa dei nuovi agglomerati urbani non è certo una novità, come ha specificato il preside dell’Istituto, Felicio Izzo, intervenuto nel corso dell’incontro. “Già alla fine degli anni ‘80 divenne famoso ‘il piano di Piano’. Lo studio dell’architetto Renzo Piano che teorizzò i cambiamenti da adoperare anche in Italia per mettersi al passo con quelli nel resto del mondo”.

Ma, calando nuovamente l’attenzione sulla questione vesuviana, il capogruppo regionale del PD, Mario Casillo, ha sottolineato i mutamenti in atto nell’azione di governo campano rispetto alla precedente legislatura. “Si diede vita al Grande Progetto – ha detto Casillo – ma senza pensare un fine organico. Ci siamo ritrovati con richieste di finanziamento per un totale di 400 milioni senza avere un idea armonica comune. Anzi, in alcuni casi i progetti erano contrastanti. Piuttosto, bisogna puntare a valorizzare le risorse che abbiamo: l’esperienza di Agerola può essere un esempio per quanto dobbiamo fare anche con il Vesuvio. Da parte nostra – ha concluso – ci stiamo già impegnando concretamente, lavorando ogni giorno sui progetti, e la funicolare del Faito è solo una testimonianza”.

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'La città Vesuviana'