TORRE ANNUNZIATA. “Non spacciava per il clan verso la Calabria, ma va lo stesso condannato”. Il pm della dda di Napoli, Claudio Siracusa, ha chiesto 4 anni di carcere in abbreviato per Valentino Gionta junior. L’ex primula rossa, ora in carcere al 41-bis e nipote del fondatore della cosca di via Bertone, è accusato della cessione di singole dosi di stupefacenti: un pacco di marijuana, come emerso dalle intercettazioni.

Secondo l’antimafia, i Gionta gestivano fiumi di droga per rifornire sia le piazze di spaccio oplontine, che quelle controllate da altri gruppi di narcos del sud Italia. Soprattutto in Calabria, a Scalea, sfruttando gli stabili contatti con Ivan Sestito (33 anni di Palermo) e Simona Manzi (35enne residente proprio a Scalea). Per entrambi, accusati come Valentino solo di 73, il pm ha chiesto pene dai 3 anni e 6 mesi ai 4 anni.

LE RICHIESTE. I proventi del traffico servivano al clan di camorra per pagare gli stipendi alle famiglie degli affiliati. Alla sbarra con Valentino junior e Amedeo Rosario Mas (classe ’83 di Castellammare di Stabia, anche per lui il pm ha chiesto 4 anni di carcere) pure Felice e Pasquale Savino, oplontini di 56 e di 25 anni, e Gennaro Sperandeo (24). Per il pm Siragusa i tre, senza il nipote del superboss, avevano messo in piedi una sorta di organizzazione autonoma.

A capo dell’associazione c’era Felice Savino. Nei suoi confronti l’antimafia partenopea ha chiesto una condanna a 16 anni. Mano più mite invece nei riguardi di Pasquale Savino e Gennaro Sperandeo. Per entrambi, la richiesta del pm è stata a 10 anni di reclusione. Nei guai, accusati di estorsione ai danni del titolare di un noto franchising di abbigliamento a Torre Annunziata, anche Michele Guarro e Aristide Immola. Il secondo, come emerso dall’ordinanza di custodia dello scorso 14 luglio, nel 2012 si presentò al commerciante chiedendogli “un regalo ai carcerati per Natale”: ad 8 anni di reclusione, con multa di 5mila euro, le richieste di pena della dda.

LE CIFRE. Ad inguaiare i 9 imputati diverse ambientali nelle abitazioni di via D’Alagno, a due passi da Palazzo Fienga, e le dichiarazioni di alcuni pentiti. Tra questi Giuseppe Di Nocera, che nel 2010 svelò agli inquirenti le cifre esatte del “business”: “La marijuana “white widol” veniva pagata in Olanda a 3800/4mila euro al chilo. Se la droga invece era eccellente, del tipo ‘amnesya’, veniva pagata 6mila euro”. Una volta importata a Torre Annunziata, l’amnesya era rivenduta ai titolari delle piazze di spaccio a 12mila euro. Il camionista incaricato del viaggio intascava dal clan Gionta 500 euro per ogni chilo di droga trasportato.

In foto, Valentino junior dopo il suo arresto

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