Pasquale ed Aldo Gionta, due fratelli, lo stesso cognome, un solo destino. Fin dalla nascita. Cresciuti a ‘pane e camorra’ all’ombra del papà, Valentino, il super-boss della cosca di Torre Annunziata che un giorno lo sapeva, sì, lui in fondo lo ha sempre saputo: avrebbe dovuto passare la mano, il testimone, lo scettro. Perché lo avrebbero acciuffato prima o poi ed è accaduto. Leadership da consegnare a uno solo dei suoi figli, ‘o’ chiatto’ o ‘il poeta’. Il primo forse più spietato, al secondo piaceva pure scrivere, ma entrambi pronti. Perché ammaestrati a dovere in via Bertone.

L’ordinanza emessa ieri dal Riesame a carico di ‘o’ chiatto’ fa riflettere. Anche oggi, ventiquattro ore dopo l’ultimo colpo dell’antimafia ai Gionta per l’agguato Amoretti del 2007. Valentino, Pasquale, Aldo, tutti oggi al 41-bis: è la prima analogia che riunisce i destini di un papà e di due figli ormai distanti. Rinchiusi in carceri diverse, chilometri e chilometri lontani l’uno dall’altro.

L’ordinanza emessa ieri dal Riesame riunisce soprattutto i due fratelli, i futuri reggenti del clan dopo l’ideale passaggio di consegne. Pasquale ed Aldo, mandanti entrambi per la dda di due omicidi. Vittime diverse, ovvio: Vincenzo ‘banana’ e Natale Scarpa ‘zì Natalino’. Ma scenari, esecuzioni da ‘far-west’ e movente, soprattutto quello sì, difatti uguale.

LA VENDETTA. “Lavare l’onta subita, lo sgarro del rivale, solo col sangue”. Per questo per l’antimafia Pasquale Gionta ordinò a Michele ‘monnezza’, neo pentito della cosca, di far fuori Vincenzo Amoretti. Il fu ‘banana’, vicino ai ‘pisielli’, si permise di esplodere dei colpi di pistola contro l’abitazione dei suoi suoceri: andava eliminato. Proprio come ‘zì Natalino’, 73 anni e luogotenente dei ‘Gallo-Cavalieri’. La sua colpa? Aver schiaffeggiato il figlio del ‘boss-poeta’, Valentino junior, in pubblica piazza. Valentino portava il nome del nonno. Lo ‘sgarro’ era troppo grande. Per questo, per l’antimafia, Aldo Gionta ordinò al killer Francesco Amoruso, poi morto in carcere, di sparargli.

IL RUOLO DEI PENTITI. Pasquale ed Aldo Gionta, entrambi mandanti, entrambi incastrati dai pentiti. Ecco un’altra analogia tra i due fratelli. Ad inguaiare ‘o’ chiatto’ una raffica di collaboratori di giustizia. A partire da Giuseppe Di Nocera che alla dda raccontò l’inizio della faida esplosa nel 2006 a Torre Annunziata tra i Gionta e i Cavalieri: “Al Penniniello arrivò Michele o’ brutos, aveva un’imbasciata da Pasquale Gionta: o vi pigliate 5 chili di cocaina da noi o chiudete le piazze, disse. Era una provocazione”. La risposta? Il raid contro i suoceri di Pasquale Gionta. Una spedizione punitiva alla quale partecipò anche Vincenzo Amoretti: fuori uno.

‘Aldulk il ribelle’, invece, ora ha per la prima volta contro le dichiarazioni concordanti di due pentiti: il ‘monnezza’, sempre lui, condannato in primo e secondo grado all’ergastolo per l’omicidio Merlino a Torre del Greco, e Vincenzo Raimo di Ercolano, il suo ex compagno di cella. Tutti e due hanno vuotato il sacco sulla morte di ‘zì Natalino’. Il 9 dicembre, al Tribunale di Napoli, spetterà ai giudici credergli o meno.

ESECUZIONI DA ‘FAR WEST’. L’ultima analogia, la più cruenta, la scena dei crimini. Da ‘far-west’, studiati a effetto. Pasquale Gionta mandò a uccidere ‘banana’ nella sua casa al ‘Penniniello’. Un raid ‘eccelso’, quasi pittoresco per l’inchiesta. Due persone vestite da poliziotti, irruzione in camera da letto pistola alla mano: un colpo secco alla testa.

Aldo invece, nell’estate di un anno prima, per l’accusa scelse il piazzale dello stadio ‘Giraud’. Un commando di cinque uomini contro Natale Scarpa. Decine di testimoni ad assistere all’omicidio: suo figlio era Valentino junior, portava il nome del papà, era stato offeso. Tutti dovevano vedere, capire l’atroce risposta del clan contro i rivali di sempre. ‘Boom’ in piazza e risultato pieno.

Da lì la faida di camorra: fuochi d’artificio in aria per festeggiare il sangue rivale. Altri ‘raid’, nuovi morti, lo Stato che scende in campo contro i clan in lotta per il controllo della droga e delle estorsioni. Torre Annunziata diventa preda dell’esercito, una città continuamente offesa, blindata, fantasma. L’epilogo forse ieri. L’ultimo colpo dda ai Gionta fa riflettere. Sui destini di un clan decimato. Pure sui destini di due fratelli, oggi riuniti dalla stessa accusa. Pasquale ed Aldo Gionta: “Mandanti per vendetta”.


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