Clan Limelli: “Non provò a uccidere il rivale”. Giuseppe Gallo assolto dal tentato omicidio Iovane
Per il giudice “Peppe ‘o pazz” non ordinò alcun raid contro il “boss” emergente della cosca
18-12-2015 | di Redazione
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BOSCOTRECASE. Il ras “finto pazzo” non sparò a Raffaele Iovane, la leva in ascesa del clan Limelli e che ormai “dettava legge”. A sorpresa Giuseppe Gallo, 38 anni, tra i narcos più scaltri d’Europa tuttora detenuto al 41-bis, ha incassato al Tribunale di Napoli l’assoluzione dall’accusa di tentato omicidio. Per il pm della DDA partenopea, Maria Di Mauro, “Peppino ‘a scignetella” invece, dopo la sanguinosa faida interna alla cosca camorristica di Boscotrecase, “temeva per l’improvvisa ascesa del rivale. Il suo regno era in pericolo”.
Per questo – secondo l’antimafia – il 21 settembre 2007, con la complicità di suo cugino Rocco Luigi Limelli (44 anni), il figlio del capoclan ucciso nell’agguato di camorra del ’95 a Torre del Greco, esplose una raffica di colpi d’arma fuoco nei pressi del Comune. La vittima del presunto raid trovò scampo solo nascondendosi negli uffici della polizia municipale di Boscotrecase. Tesi respinta in toto dal gup della diciannovesima sezione del Tribunale di Napoli, Alessandro Ferrigno, che ha assolto anche dalle armi sia il boss “finto pazzo” che il cugino (difesi dall’avvocato Nando Striano). Per Giuseppe Gallo, la pubblica accusa chiedeva una condanna a 7 anni di reclusione.
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IL PROCESSO. La faida interna al clan è un “pezzo” della storia dell’ultimo processo ai “Gallo-Limelli”: 14 gli imputati (stralciata solo la posizione del 65enne Bruno Visciano, ndr), accusati a vario titolo di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illecito di armi, estorsione ai danni di diversi imprenditori di Terzigno, San Giuseppe Vesuviano e del Veneto.
Tutti finirono in manette nel blitz interforze del 13 aprile scorso. Giorno in cui i carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata, San Valentino Torio, Castel d’Ario e Trieste, eseguirono un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Napoli Egle Pilla, per smantellare un gigantesco traffico di cocaina ed hashish dall’Olanda e dalla Spagna. Giro d’affari (sequestrati nel corso dell’inchiesta beni per 7 milioni di euro tra terreni, fabbricati, rapporti bancari, aziende ed autovetture) diretto secondo la dda partenopea da Giovan Battista Ametrano: il 47enne di Boscotrecase è stato condannato a 14 anni di carcere per 73 e 74.
Alla sbarra con Giuseppe Gallo e Rocco Luigi Limelli anche la vittima del presunto raid del 21 settembre 2007 nei pressi del Comune, il 53enne Raffaele Iovane, che ha incassato una pena di 7 anni e 4 mesi per armi. Suo figlio Giovanni, invece, difeso dall’avvocato Massimo Sartore, è stato assolto dalle accuse di droga ed estorsione. Per il pm, al contrario, il figlio del boss in ascesa si sarebbe occupato del “recupero crediti” nei confronti anche di imprenditori lombardi di Castel d’Ario.
LA SENTENZA:
Ametrano Giovan Battista 14 anni
Aliberti Raffaele ASSOLTO
Caruso Angelo 8 anni e 8 mesi
Caruso Vincenzo 8 anni e 8 mesi
Cortina Salvatore 10 anni
Gallo Giuseppe ASSOLTO
Iovane Giovanni ASSOLTO
Iovane Raffaele 7 anni e 4 mesi
Limelli Rocco Luigi ASSOLTO
Matrone Maddalena ASSOLTA
Menichini Mario ASSOLTO
Tortora Luigi 8 anni
Vitaglione Tommaso 7 anni e 4 mesi
Penitenti Andrea ASSOLTO
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